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Delitto di Pordenone: l’indagato Giosuè Ruotolo torna in servizio

Il finanziere Giosuè Ruotolo, unico indagato per il duplice omicidio di Pordenone in cui hanno perso la vita Trifone Ragone e Teresa Costanza è tornato in Caserma, ma con nuove mansioni.
A cura di Redazione
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Giosuè Ruotolo, indagato per il duplice omicidio della ex coinquilino Trifone Ragone e della compagna Teresa Costanza (caso noto, ormai, come ‘Omicidio di Pordenone') è tornato in Caserma, dopo una lunga licenza che gli era stata concordata a causa dell'enorme battage mediatico che il caso ha scatenato. Ruotolo, che è l’unico sospettato del duplice omicidio dello scorso marzo, non è però stato riassegnato alla caserma di Codacons (Pordenone) dove era di stanza prima delle indagini e dove aveva lavorato per anni assieme a Ragone, una delle due vittime. L'uomo resta nella città, ma è stato, invece, assegnato a un'altra mansione all'interno di una struttura più ampia, dal Comando della Brigata Ariete.

Stessa Caserma con altre mansioni

La scelta di non riassegnarlo al vecchio lavoro – come riporta Il Messaggero – è stato dovuto anche a ‘ragioni di opportunità' dal momento che molti degli ex colleghi, infatti, sono stati chiamati a testimoniare nell'indagine condotta dai carabinieri. Il finanziere campano ha anche lasciato la vecchia abitazione di via Colombo, quella che aveva diviso con Ragone, prima che quest'ultimo conoscesse la compagna, rimasta anch'essa vittima dell'omicidio e ora abita direttamente nella caserma. Stando a quanto riporta il quotidiano romano, poi, il 26enne non usufruirebbe molto delle ore libere dal servizio.

La difesa dell'avvocato

Qualche settimana fa Fanpage.it aveva intervistato l'avvocato difensore Roberto Rigoni Stern, il quale aveva spiegato le ragioni per cui il finanziere non potrebbe essere colpevole

Giosuè Ruotolo è innocente, con Trifone Ragone non avevano rapporti da più di un anno. Si vedevano raramente alle macchinette del caffè e non si sentivano né telefonicamente né via mail. Non erano nemmeno amici su Facebook (…). Inizialmente – ha detto l’avvocato – Ruotolo ha reso una versione dei fatti non completa perché aveva paura di essere estromesso dal corpo della Guardia di Finanza.

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