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Como, diabolica Daniela: fa uccidere il marito per prendersi le figlie e sposare l’amante

Alfio Molteni, 58 anni, architetto, è stato ucciso il 15 ottobre 2015 a Carugo (Como). Per l’omicidio sono stato arrestati l’ex moglie Daniela Rho e il suo commercialista e amante Alberto Brivio. I due sono accusati di essere i mandanti di una serie di gravi atti persecutori ai danni del 58enne e dell’agguato a colpi di pistola in cui ha perso la vita. Il movente è riconducibile alla guerra per l’affidamento delle figlie ingaggiata dai coniugi durante la separazione.
A cura di Angela Marino
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Alfio Molteni
Alfio Molteni

Alfio Vittorio Molteni è stato assassinato il 15 ottobre 2015 davanti alla sua abitazione di Carugo nel Comasco. L'architetto 58 enne rimase vittima di un agguato a colpi di pistola per il quale sono ritenuti responsabili, come mandanti, l'ex moglie Daniela Rho, e il suo amante, il commercialista, Alberto Brivio e come esecutori materiali Vincenzo Scovazzo e Michele Crisopulli, assoldati dalla coppia per uccidere dietro il pagamento della somma di 10.000 euro. L'arresto dei presunti responsabili è avvenuto dopo un anno di complesse indagini condotte tramite intercettazioni ambientali e telefoniche.

Il movente

Il movente dell'omicidio dell'architetto lombardo risiede nella burrascosa separazione con la moglie e nell'affidamento delle due figlie, che la madre Daniela Rho avrebbe voluto presso di sé. La Rho è accusata di aver messo in atto una serie di atti persecutori ai danni del marito utilizzandoli per screditare Molteni, dipingendolo come persona con frequentazioni pericolose. La donna aveva infatti chiesto l’interruzione dei pernottamenti delle bambine nella casa del padre proprio a seguito di alcuni di questi episodi.

Lo stalking

Tutto è iniziato con la sentenza del  Tribunale di Como che stabiliva che le bambine trascorressero il fine settimana presso l’abitazione del padre, emessa nel luglio 2015. Nella notte tra il 17 e 18 giugno la finestra dell’abitazione dell'architetto fu data alle fiamme, segnando l'inizio dell'attività di stalking che si è perpetrata per mesi fino al giorno dell'omicidio e che era stata annunciata dall'incendio della Range Rover, nel maggio precedente. Alcuni giorni dopo quell'episodio, Luigi Rugolo e Giuseppe De Martino – che agivano su commissione della Rho e dell'amante –  sorpresero l'architetto in auto dopo aver riaccompagnato le figlie a casa della ex moglie e lo minacciarono con una spranga. Il 29 luglio, diversi colpi di arma da fuoco vennero esplosi, ancora una volta, contro la casa nella quale l'architetto viveva con il padre e la sorella. Dopo questo nuovo atto intimidatorio Daniela Rho chiese e ottenne l’interruzione dei rapporti e dei pernottamenti delle bambine presso il padre, denunciando l’esistenza di un grave pericolo per l’incolumità delle piccole. La richiesta della donna, però, venne rigettata pochi mesi dopo dal Tribunale di Como che ripristinò gli incontri tra padre e figlie. A quel punto la Rho presentò un nuovo ricorso per ottenere la sospensione del provvedimento: anche quest'ultimo venne rigettato. Il 15 ottobre l'architetto Molteni venne freddato con due colpi di pistola mentre si trovava davanti all'abitazione che divideva con il padre e la sorella.

Le intercettazioni, Daniela Rho: "Sono a posto, mi sposo in chiesa"

All'indomani dell'omicidio la Procura di Como indirizzò immediatamente le indagini sui rapporti controversi esistenti tra moglie e marito. In 12 mesi di investigazioni gli inquirenti hanno ricostruito l'attività di pedinamento di cui era vittima il 58enne e gli episodi persecutori. Ciò è stato possibile anche grazie alla testimonianza della stessa vittima che, in diverse mail, aveva detto di essere seguita, esprimendo preoccupazione e angoscia. Attraverso l'esame dei filmati registrati dagli impianti di videosorveglianza, dei tabulati telefonici e dalle intercettazioni ambientali gli investigatori sono riusciti a risalire a Daniela Rho e al suo compagno e a ricostruire come avessero commissionato Vincenzo Scovazzo e Michele Crisopulli l'assassinio dietro un compenso di 10mila euro. Parlando con la madre, il 17 gennaio scorso, la Rho diceva: "Sono vedova… sono a posto, se io vado a fare il corso di fidanzati, mi sposo in chiesa". L'intenzione era quella di sposare l'amante dopo la morte del marito che evidentemente stava prefigurando già da mesi.

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