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Decapitato a Pesaro, la ragazza del presunto killer: “Lo amo e lo aspetterò sempre”

Ismaele Lulli sarebbe stato sgozzato per lei e la gelosia innescata dai presunti tentativi di flirt della vittima. Ambera però afferma solo di provare “amore per il killer. Lo aspetterò Igli per tutta la vita”. La ragazza è sotto controllo dai carabinieri, visti che a Sant’Angelo di Vasto la situazione è molto tesa.
A cura di Biagio Chiariello
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“Sono stanca di dovermi nascondere. Se può, faccia sapere al mio Igli che lo aspetterò tutta la vita e che lo amerò sempre”. A parlare, in due diverse interviste al Corriere della Sera e a Repubblica, è Ambera Saliji,  la fidanzata di Igli Meta, il ragazzo che, accecato dalla gelosia, avrebbe sgozzato Ismaele Lulli con l’aiuto di Marjo Mema, a Sant’Angelo in Vado, in provincia di Pesaro. “Mi ha telefonato subito per avvisarmi – ha raccontato la ragazza al Corsera-, non riuscivo a crederci, non è una cosa da lui". Ambera ammette di non giustificare il fidanzato “ma non voleva farlo. Mi si darà della pazza perché cerco di comprenderlo – prosegue -, ma lo amo. Lo conosco da quattro anni e mezzo, è un ragazzo dolce, non è violento".

La giovane ce l’ha con i giornalisti che a suo dire descriverebbero i fatti in modo fazioso e immaginario. "Io non sono una belva, non ho fatto niente di male. Invece sono tirata dentro pure io e passo per quella che ha scatenato la gelosia". Quanto al fatto di essere stata il motivo scatenante dell’efferato omicidio, Ambera spiega di "non aver mai tradito Igli, non avrei potuto, lo amo, è il mio uomo. Io non ero interessata a Ismaele, ma lui ci provava". E ribadisce: “Ho letto di tutto, che Igli aveva un debito di soldi con Ismaele, che avevano litigato per una questione di droga… sono tutte bugie”.

Ambera adesso sarebbe sotto la protezione dei carabinieri. Anche perché a Sant'Angelo di Vasto la situazione è tesa, come la stessa ragazza racconta. "Ho sentito tanto razzismo da parte di tutto il paese. Quando Igli è stato portato in caserma, volevano linciarlo e ho letto che qualcuno avrebbe detto che a ‘quelli ci pensiamo noi', intendendo noi stranieri".

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