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Davide è morto in Svizzera: “Voglio essere libero, come Dj Fabo”

Davide Trentini, malato di sclerosi multipla, è morto questa mattina in Svizzera, dopo aver scelto il suicidio assistito.
A cura di Redazione
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Davide Trentini è morto questa mattina in Svizzera: aveva 53 anni, era malato di sclerosi multipla dal 1993. Come Dj Fabo, Davide ha scelto il suicidio assistito e questa mattina è morto in una clinica svizzera, dove era stato accompagnato da Mina Welby. Ieri, nel rendere pubblica la vicenda, la moglie di Piergiorgio Welby aveva raccontato la storia di Davide, che nel 1993 faceva il barista, quando ha incrociato sulla sua strada la sclerosi multipla, il mostro che gli ha cambiato la vita: “Col passare degli anni la malattia è diventata sempre più insopportabile e crudele. Da mesi non riesce più a far nulla, compreso mangiare e dormire. Passa le giornate a letto o in sedia a rotelle, con uno stimolo costante di andare in bagno. Assume farmaci molto forti contro il dolore, più di quindici al giorno, compreso il metadone che ha importanti effetti collaterali – anche se ormai non sono più efficaci”.

Il racconto degli ultimi istanti di vita lo ha messo nero su bianco Ferruccio Sansa per il Fatto, che riporta anche le ultime parole di Davide, affidate a una lettera:

Mi chiamo Davide T., ho 53 anni, sono malato di sclerosi multipla. Per i primi anni in forma più tollerabile, poi, la “stronza” si è trasformata nella forma “più stronza”: la secondaria progressiva. Negli anni, le ho provate veramente tutte, dall’interferone, prima quello settimanale, poi quello che mi autoiniettavo (allora le mani funzionavano!) ogni due giorni, poi è cominciato l’orribile periodo della chemio! Le ho provate proprio tutte. Ero alto un metro e novantadue e adesso sono diventato uno sgorbio con le gambe lunghe, gobbo fino quasi in terra, ma soprattutto dolori lancinanti e veramente insopportabili h24. Ormai passo tutti i giorni, ma proprio tutti, o in bagno sul water, o sul letto in qualche maniera, con la pasticca a base di oppio per cercare di calmare i dolori […] Non ce la faccio proprio più, senza nessuna prospettiva, ogni giorno sto sicuramente peggio del giorno prima, e dopo una lunghissima riflessione ho deciso di andare in Svizzera per il suicidio assistito. Devo ringraziare enormemente l’Associazione Luca Coscioni, che ha fatto una raccolta fondi per aiutarmi nella spesa, e soprattutto Marco Cappato, sempre pronto ad aiutarmi anche dal punto di vista umano

La notizia della sua morte è stata resa nota proprio da Cappato su Twitter:

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