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Datore di lavoro costringe dipendenti a turni massacranti e li umilia: “Io sono Dio”

Ritmi massacranti, stipendi non pagati e messaggi minacciosi: i dipendenti, soprattutto giovanissimi, di unʼazienda di televendite veneta alla fine hanno deciso di ribellarsi e intentare una causa al titolare: “Lavoravamo dodici ore senza pausa pranzo, avevamo la nausea a fine giornata”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Dal 31 luglio uno di voi rimarrà a casa. Godo solo al pensiero che starete tutti in ansia. Un bacio da Dio”. E’ solo una delle tante minacce che il titolare di una azienda padovana che organizza televendite di abbigliamento sulle tv locali rivolgeva ai suoi dipendenti. Giunti al limite del tollerabile, alla fine hanno deciso di licenziarsi. Non prima, però, di aver fatto causa al loro ex datore di lavoro. Si tratterebbe, come evidenzia Il Gazzettino, perlopiù di giovanissimi, costretti a turni massacranti, lavoro in nero e retribuzioni mancanti. “Avevamo turni massacranti – sottolinea Giada al quotidiano – Anche dodici ore senza pausa pranzo, dalle otto alle venti, in spazi piccoli. Quando uscivamo avevamo la nausea. Venivamo trattati malissimo, insultati anche in diretta televisiva".

Sembra che la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata proprio la minaccia di licenziamento di uno di loro, con tanto di firma con riferimento a Dio. Ora almeno sei dipendenti (divenuti ormai ex) ora chiedono le ultime retribuzioni e il tfr dall’azienda. La vicenda ora sarà seguita da uno studio legale "anche perché – spiega Adl Cobas – l'azienda ha rifiutato ogni tipo di accordo che il sindacato ha provato a proporgli". Ora i giovani lavoratori chiedono alla magistratura di indagare sul comportamento del capo-aguzzino.

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