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Dati falsi sulla discarica di Chiaiano, la denuncia dei comitati. Ritorna l’ombra dell’emergenza rifiuti

La SapNa dichiara che la discarica di Chiaiano può accogliere ancora 150 mila tonnellate di rifiuti, ma i comitati presentano documenti ufficiali di Provincia e Regione che attestano come già a marzo la capienza residua dell’invaso era stimata in sole 50 mila tonnellate e oggi è totalmente esaurita.
A cura di Alessio Viscardi
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Manifestazione anti-discarica a Chiaiano

La SapNa starebbe mentendo sulla capienza residua della discarica di Chiaiano, entrata in funzione nel 2008 e aperta con la forza dal sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso per rimuovere le migliaia di tonnellate di immondizia che stritolavano le strade della Campania. Secondo la società provinciale, nel sito sarebbe possibile scaricare da oggi fino al dicembre 2011 ancora 150 mila tonnellate. Ma il consigliere di Napoli, Pietro Rinaldi, e il consigliere dell’ottava Municipalità Ivo Poggiani hanno diffuso documenti che confuterebbero le stime di SapNa durante una conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palazzo Verdi.

Conferenza stampa sulla discarica di Chiaiano

Dati falsi forniti da Provincia e Regione sulla capienza residua dell'invaso di Chiaiano, ritorna la preoccupazione per l'emergenza rifiuti a Napoli

Si tratta di della sintesi della Proposta di Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani della Regione Campania e di una nota inviata dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, all’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano. In entrambi i documenti ufficiali si può legge che a febbraio e marzo 2011, la capienza residuale rimasta alla discarica di Chiaiano era di circa 50 mila tonnellate. Cento in meno di quella che oggi la SapNa – società della Provincia di Napoli che gestisce i siti smaltimento dei rifiuti in città – dichiara essere la capienza residuale del sito. Dati in netto contrasto con quelli diffusi un mese fa dai Verdi della Campania e comitati antidiscarica dell’area vesuviana, secondo cui alcune nuove rivelazioni dell’Arpac – l’ente di controllo ambientale della Regione – stimavano in 157 mila le tonnellate di rifiuti ancora smaltibili nell’impianto di Chiaiano, essendo state smaltite prima dell’estate 2011 soltanto 543 mila tonnellate.

L’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) della discarica di Chiaiano permetteva nel 2008 la costruzione di un sito dalla capienza di 700 mila tonnellate per 800 mila metri cubi di rifiuti, dati contestati già in sede di conferenza dei servizi dai tecnici dei comitati antidiscarica di Chiaiano, secondo i quali il sito era progettato per ospitare al massimo 550 mila tonnellate. Da quasi un anno, il conferimento dei rifiuti nella discarica è reso difficoltoso dalla estrema pendenza della montagna di spazzatura abbancata, che costringe gli autocompattatori a raggiungere la cima issati da cavi e gru.

Da circa sei mesi, a Chiaiano non conferiscono più cento autocompattatori a notte, ma soltanto una decina. Alle difficoltà tecniche si uniscono i problemi legali, infatti a marzo una parte del sito stimata in 30 mila tonnellate è stata posta sotto sequestro dal NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) a causa delle indagini in corso sull’infiltrazione di percolato nel sottosuolo della discarica causato dalla cattiva impermeabilizzazione dei terreni effettuata da ditte in odore di camorra: la Edil Car e la Ibi Idroimpianti, a cui è stata ritirata la certificazione antimafia in virtù delle inchieste sui loro affari con il clan dei Casalesi. Di questa cattiva progettazione ne è prova il geyser di percolato ripreso dagli attivisti in luglio.

Dopo mesi in cui i dirigenti della stessa SapNa avevano rilasciato una serie di dichiarazioni sulla prossima saturazione del sito, nelle ultime settimane è cambiata la linea politica. Da premettere che non sono mai stati resi pubblici dati ufficiali sulla quantità totale di rifiuti conferiti in discarica, ultimamente – sempre secondo quanto dichiarato dai comitati – i tecnici della SapNa hanno cercato di giustificare le loro precedenti dichiarazioni spiegando che queste si riferivano ai metri cubi e non alle tonnellate. Ovvero, quando si denunciava un riempimento di 600 mila tonnellate, avrebbero inteso dire 600 mila metri cubi (su una capienza massima di 800 mila).

Documenti che attestano la capienza della discarica

I documenti presentati dai comitati – e che fanpage può mostrare in esclusiva – smentiscono tali dichiarazioni. Regione Campania e Provincia di Napoli, già sei mesi fa stimavano in circa 50 mila tonnellate la capienza residua, a andrebbero sottratte le 30 mila tonnellate della porzione di discarica posta sotto sequestro. “La SapNa o ci sta prendendo in giro, oppure ha sbagliato nella stima della capienza della discarica. E non è ammissibile che dei tecnici che hanno tali responsabilità possano commettere errori così grossolani” dichiarazioni i consiglieri Rinaldi e Poggiani.

Il timore espresso dai comitati antidiscarica è che si stia ampliando di nascosto l’invaso, in modo da non passare per le normali procedure che prevedrebbero l’ottenimento di una nuova AIA e facendo passare le nuove aree ricavate come la naturale capienza residua del sito. Tutto questo, in contrasto con la volontà espressa dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e con gli accordi presi dal presidente Luigi Cesaro, che escludono la possibilità di ampliamento del sito. Il Comune di Napoli, a seguito di quanto stabilito nel Consiglio monotematico sull’emergenza rifiuti di luglio, ha deciso di istituire una commissione di inchiesta che avrà tra i suoi obblighi anche quello di appurare la reale capienza del sito.

Tutto questo farebbe slittare oltre modo i tempi della chiusura della discarica di Chiaiano, che negli atti costitutivi era prevista per il dicembre 2011 – tra soli tre mesi. Infatti, la saturazione di ulteriori 150 mila tonnellate al ritmo ridotto di conferimento attuale – stimano i comitati – avverrebbe oltre il 2013. “Non torna nulla rispetto ai documenti che loro hanno presentato” chiosano i membri dei comitati. Infatti, anche il capping e la fase di chiusura del sito con un’intombatura sotto uno strato di fos (frazione organica stabilizzata dei rifiuti) e nuova vegetazione dovrebbero avvenire – così come previsto dall’AIA – dopo un anno di assestamento del sito, durante il quale ogni attività dovrebbe essere cessata. Cosa impossibile se si prevedono nuovi sversamenti.

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