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Da sempre parsimoniosa, si ammala di Parkinson e si gioca 800mila euro alle slot

Il caso di una 65enne riminese che dopo aver avviato una cura con farmaci specifici sembra sia stata vittima di uno degli effetti collaterali: la mancanza di controllo degli impulsi che possono includere comportamenti come la dipendenza dal gioco.
A cura di A. P.
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Durante la sua vita era sempre stata una donna parsimoniosa e attenta a ogni spesa tanto da consentire alla sua famiglia di mettere da parte una bella cifra, quasi 800mila euro, che dovevamo essere destinati alle figlie. Quei soldi però si sono volatilizzati in pochi mesi dopo che la donna purtroppo ha scoperto di essere malata di Parkinson. Nessuna spesa medica, però, la donna riminese di 65 anni infatti si è giocata tutto alle slot machine in una tabaccheria  vicino casa.

Per contrastare la malattia neurodegenerativa che porta col tempo ad avere sempre maggiori problemi di movimenti e di equilibrio, infatti la donna si era rivolta ad uno specialista che gli aveva prescritto un cura mirata. Peccato però che tra gli effetti collaterali del farmaco vi fosse proprio l'insorgere di disturbi legati al controllo degli impulsi che possono includere comportamenti come la dipendenza dal gioco d’azzardo. Da quel momento in effetti la donna non è riuscita più frenare la sua voglia di giocare arrivando a dilapidare tutto il patrimonio familiare. ad accorgersi del tutto, ma quando ormai era troppo tardi, sono state le due figlie una volta visto l'estratto conto della banca.

Solo così si è scoperto che la 65enne ogni giorno e più volte al giorno si sedeva davanti ad una slot machine in una tabaccheria  del posto giocandosi somme astronomiche. La famiglia a questo punto ha anche intentato una causa contro l'esercente che però in primo grado ha visto l'assoluzione dell'uomo. L'avvocato della signora però non demorde e punta l'appello: "Lottomatica tiene dei corsi appositi di formazione agli esercenti che hanno le macchinette proprio per stoppare la ludopatia sul nascere. Nel nostro caso non è stato fatto nulla e la mia cliente si trova adesso malata e senza più un euro. Per questo ricorriamo in Appello"

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