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Da Pierino alla lobby gay: è questa la Rai che pretende il canone?

Storia di una serata come tante davanti alla tv, guardando le emittenti di Stato. Dalle oscenità al giornalismo ‘al servizio’ ma davvero dobbiamo rassegnarci a finanziare cose del generer?
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Cronaca di una serata normale. Rai Movie, in onda in preserale, alle 19.30 l'immortale capolavoro "Pierino torna a scuola" con Alvaro Vitali. In seconda serata, su Rai Uno, Bruno Vespa mette sotto accusa dal suo tribunale Porta a Porta una fantomatica ‘lobby gay' che a suo dire sarebbe passata all'attacco di Papa Francesco. Per i buongustai, c'era comunque sempre Pechino Express su Rai Due. E questo solo ieri sera e si potrebbero fare cento esempi del genere al giorno.

È questo il servizio pubblico radiotelevisivo che pretende di imporre il canone Rai nella bolletta elettrica al grido di «dobbiamo pagarlo tutti» / «è un nostro dovere»? Nessuno dice di evadere il canone Rai ma è lampante che il primo discorso da fare è quello sulla qualità. È umiliante sapere di dover finanziare cose del genere.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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