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Da Camera e Senato via libera al taglio degli stipendi dei dipendenti

Gli Uffici di presidenza della Camera e del Senato hanno dato l’ok alla riforma degli stipendi del personale in servizio a Montecitorio e a Palazzo Madama. Boldrini: “Decisione senza precedenti, la buona politica si fa anche così”. I sindacati contestano la decisione.
A cura di Susanna Picone
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Gli Uffici di presidenza di Camera e Senato hanno approvato la riforma del sistema retributivo del personale, introducendo tetti agli stipendi. Un taglio che, secondo i dati forniti dal governo, nel giro di un triennio dovrebbe portare a un risparmio di 97 milioni: di questi, 60,1 milioni proverrebbero dalla Camera, e i restanti 36,7 milioni dal Senato. Punto di partenza è il tetto massimo di stipendio pari a 240 mila euro per i consiglieri di entrambi i rami del Parlamento. Nello specifico alla Camera documentaristi, ragionieri e tecnici percepiranno al massimo 166 mila euro, i segretari 115 mila, i collaboratori tecnici 106 mila, operatori tecnici e assistenti 99 mila euro. A Palazzo Madama i limiti massimi saranno, rispettivamente, di 240mila, 172mila, 166mila, 115mila e 99mila euro per le figure di consigliere; stenografo; segretario; coadiutore; assistente. I tagli saranno a pieno regime nel 2018. La riforma è passata con 13 sì, 5 astenuti e 2 non partecipanti al voto. La decisione non è stata comunque apprezzata da tutti: i sindacati hanno infatti parlato di un “rischio illegittimità”.

Taglio stipendi, soddisfatta Laura Boldrini

Sulla decisione è intervenuta tramite Facebook anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini: “Oggi abbiamo preso una decisione senza precedenti, Camera e Senato insieme. Abbiamo dato il via libera alla riforma delle retribuzioni del personale, che in quattro anni porterà ad un risparmio di 97 milioni di euro. Lo abbiamo fatto per rafforzare l'istituzione, anche mettendo le retribuzioni in sintonia con il Paese alla luce della grave crisi che stiamo attraversando”. La Boldrini ha aggiunto che la riforma segue criteri di proporzionalità, riconoscendo il livello di alta professionalità di chi vi lavora e valorizzando il merito: “Una scelta importante fatta anche grazie all'amministrazione che ha dimostrato coraggio e senso di responsabilità”. La buona politica, ha concluso la presidente della Camera, si fa anche così.

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