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Cyberbullismo, Senato approva il ddl: tutte le novità

Il disegno di legge adesso passa alla Camera. A Palazzo Madama approvazione quasi unanime: “Un modo corretto di tutelare i minori, colmando un vuoto legislativo”, ha detto la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli.
A cura di Biagio Chiariello
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Il Senato ha approvato per alzata di mano, "in pratica all'unanimità" il disegno di legge contro cyberbullismo. Lo ha annunciato la presidente di turno, Linda Lanzillotta. Il provvedimento passa ora all'esame dell’Aula. "Con il voto espresso oggi in aula, sul ddl per il contrasto del cyberbullismo", ha dichiarato la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, "si è scelto di intervenire su questo tema nella prospettiva della tutela dei minori, colmando un vuoto legislativo e puntando sull'educazione, e credo sia molto importante che questo provvedimento rappresenti anche un passo in avanti in linea con il più avanzato diritto europeo".

Gli obiettivi del ddl sul cyberbullismo

Già approvato dalla commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, il ddl si pone come obiettivo la tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo in Rete, specialmente sui social network, diventato sempre più grave e più diffuso tra ragazzini e adolescenti, come ha sottolineato nella sua dichiarazione di voto la senatrice Pd Elena Ferrara, prima firmataria del ddl. "La percezione del fenomeno del cyberbullismo – ha detto – è cresciuta nel tempo, a fronte dei tanti episodi, talvolta tragici, di cui hanno dato notizia i media. Così è cresciuta, tra i tanti soggetti coinvolti, la consapevolezza della necessità di norme a tutela della dignità e dei diritti dei minori in rete. Come Pd siamo partiti dalle tante storie tragiche per arrivare a norme importanti che abbiamo condiviso con le altre forze politiche, di maggioranza e di minoranza, dimostrando che la politica sa assumersi le proprie responsabilità".
Le novità principali approvate riguardano la possibilità non solo per i genitori, ma anche per i minori oltre i 14 anni di chiedere sia al titolare per il trattamento dei dati personali che al gestore del sito incriminato l'oscuramento di eventuali minacce, pressioni e più in generale di tutti i contenuti online "il cui scopo intenzionale e predominante è quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo". Se entro le 12 ore successive il destinatario della richiesta (da presentare attraverso procedure e formati standard) non si sarà preso la responsabilità di agire ed entro 48 ore non avrà oscurato, bloccato o rimosso i contenuti in questione, gli interessati potranno rivolgersi al Garante della privacy che provvederà entro le successive 48 ore.

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