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Csm valuta azioni disciplinari contro Zuccaro per le dichiarazioni sulle Ong

Il presidente del Consiglio Superiore della Magistratura ha annunciato l’intenzione di avviare un procedimento disciplinare nei confronti del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro in relazione alle dichiarazioni sulla presunta collusione tra le ong e i trafficanti libici. Di Maio lo difende: “Sosteniamolo, non va isolato”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il caso Ong finirà sul tavolo Consiglio Superiore della Magistratura, che valuterà eventuali sanzioni disciplinari contro il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, in relazione ad alcune dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione Agorà su Rai Tre. Ad annunciarlo è il presidente del Csm Giovanni Legnini, che nel corso della mattinata ha spiegato: "Sulle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, comunico che, dopo aver sentito i capi di Corte e il presidente della prima commissione consiliare, avvocato Giuseppe Fanfani, sottoporrò il caso all'esame del Comitato di presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio. Fermo restando che, come é noto, spetta al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione di valutare se sussistono o meno i presupposti per l'esercizio dell'azione disciplinare". In pratica, Zuccaro, incaricato di gestire l'indagine sulle attività delle organizzazioni non governative nel Mar Mediterraneo, potrebbe subire un procedimento disciplinare, qualora l'accertamento dovesse essere realmente disposto. Le dichiarazioni rilasciate dal procuratore della Repubblica pochi giorni fa hanno scatenato un'accesa polemica, rinfocolando il dibattito sulla presunta collusione delle ong con i trafficanti libici, dibattito aperto qualche giorno fa dal Movimento 5 Stelle e dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che a più riprese hanno chiesto di "sapere la verità" sulle reali attività svolte dalle organizzazioni umanitarie e sugli effettivi rapporti delle stesse con le organizzazioni criminali libiche.

Le dichiarazioni rilasciate pubblicamente dal procuratore hanno infatti dato adito a sospetti, nonostante durante la trasmissione lo stesso Zuccaro abbia sostenuto di non essere in possesso di prove certe, spendibili in una processo, ma di essere impegnato nella coordinazione della fase iniziale delle indagini e di aver maturato delle "certezze": "Da magistrato, ho il preciso dovere di denunciare un gravissimo fenomeno, criminale, per arginare il quale la politica deve intervenire tempestivamente. Se si dovessero aspettare i tempi lunghi di un'indagine che sarà complessa e per la quale ho bisogno di uomini e mezzi di cui al momento non dispongo, sarebbe troppo tardi. E a ragione, tra qualche tempo, mi si potrebbe rimproverare: ma dov'eri tu mentre succedeva tutto questo?".

Nel dibattito è intervenuto anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha parlato di generalizzazioni inaccettabili: "Bisogna fare le indagini: se qualcuno va punito, va punito. Quanto al Csm, è sua facoltà muoversi in questo senso: attendiamo gli sviluppi". Il candidato alla segreteria del Partito Democratico, sfidante di Orlando nonché magistrato in aspettativa, Michele Emiliano, ha invece sostenuto: "Bisogna aiutare il procuratore ad accertare la verità. Non credo che abbia sbagliato, ha lanciato un allarme". Nel mentre, Luigi Di Maio è sceso in campo prendendo le difese di Zuccaro e sostenendo che in questo momento, stante la decisione del presidente del Csm, il procuratore "va difeso e non isolato".

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