Crolla la spesa per i consumi: ecco a cosa rinunciano gli italiani
È un'analisi della Coldiretti a fare il punto sul crollo dei consumi in Italia dall'inizio della crisi a fine 2013. Una fotografia impietosa, che mostra come in 5 anni la spesa per i consumi sia diminuita del 7%, con una perdita di 57,8 miliardi di euro ed una flessione che ha riguardato tutti i beni, senza eccezioni, ma che ha letteralmente abbattuto il mercato in alcuni settori specifici. Stando all'analisi, infatti, emerge come il picco delle rinunce degli italiani si raggounge nel settore del vestiario e delle calzature (-16%), seguito a ruota da quello dei mobili, elettrodomestici e manutenzioni (-12%) e gli alimentari (-8%). Il report arriva proprio nel momento in cui il Governo ha fissato nel primo maggio la scadenza per l'entrata in vigore degli sgravi Irpef, con la possibilità di un aumento in busta paga fino ad 80 euro al mese per i redditi fino a 25mila euro annui (che potrebbe produrre un aumento di circa 2,3 miliardi di euro di consumi).
Del resto, il complesso della diminuzione dei consumi ha investito anche altri settori, comportando tagli alle spese per "l'abitazione, l'acqua, l'elettricità (-1,4%), la sanità (-1,5 %) e l'istruzione e la cultura (-1,2 per cento)". Ovviamente il caso del consumo alimentare è uno dei più complessi e per certi versi preoccupante. Infatti, oltre al calo nelle quantità di alimenti acquistati, va registrata una maggiore selezione dei beni comprati e soprattutto l'affermarsi "dei prodotti low cost a basso prezzo in vendita nei discount che sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6 per cento) nel commercio al dettaglio nel 2013. Dietro questi prodotti – precisa la Coldiretti – spesso si nascondono infatti ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi".
