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Crisi, Ocse: “In Italia aumentate le diseguaglianze sociali”

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse la crisi ha ampliato enormemente le differenze sociali tra poveri e ricchi. “Urgenti politiche di redistribuzione del reddito”.
A cura di Davide Falcioni
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I poveri sono sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. Il "refrain", di cui più volte si è parlato in questi anni di crisi economica, trova l'ennesima conferma in una ricerca scientifica condotta dall'Ocse, che invita i governi a impegnarsi in politiche che puntino alla redistribuzione della ricchezza allo scopo di evitare la marginalizzazione delle fasce più deboli. In Italia, in particolare, il reddito del 10% più povero della popolazione è un decimo di quello del 10% più ricco. Secondo i dati Ocse a fine 2011 la fascia meno abbiente guadagnava il 2,4% del reddito totale nazionale, contro il 24,4% dei più abbienti.

Anche ampliando la fascia considerata, il divario rimane evidente: il 20% più povero dispone di appena il 7,1% del reddito nazionale, contro il 39,9% del 20% più ricco. La crisi, inoltre, ha contribuito ad aumentare questa distanza. Tra il 2008 e il 2011, rileva ancora l'organizzazione, le famiglie italiane hanno perso in media l'1,5% di reddito disponibile all'anno, ma questa contrazione non è stata equamente distribuita. Il decile più povero ha perso il 3,9% ogni anno, mentre quello più ricco appena lo 0,8%.

Secondo l'Ocse queste profonde disparità non producono effetti solo sulla coesione sociale e la qualità della vita, bensì anche sulla crescita economica. E' del tutto evidente, infatti, che con le tasche vuote i consumi rimangono al palo e, con essi, anche la produzione industriale. Un "cane che si morde la coda", insomma, con la crisi che non può che aggravarsi se non verranno predisposte diverse politiche. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, per esempio, negli scorsi due decenni "la crescita avrebbe potuto essere di un quinto più elevata se le disparità non fossero aumentate". Secondo l'Ocse per scongiurare questo effetto negativo gli interventi devono essere duplici. Da un lato, il sostegno diretto al reddito delle fasce già svantaggiate, sia tramite sussidi sia tramite la realizzazione di un sistema fiscale che favorisca la redistribuzione della ricchezza tra i vari strati sociali. A questo si deve poi aggiungere un intervento sull'accesso ai servizi pubblici, e in particolare all'istruzione e alla sanità.

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