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Crisi in Grecia: il piano per l’addio all’Euro e il ritorno alla dracma

L’ex ministro dell’Energia Lafazanis, leader dell’ala radicale di Syriza, presenta il progetto per il “salvataggio di Atene”. Nazionalizzione delle banche e cancellazione di “buona parte del debito” tra gli obiettivi.
A cura di B. C.
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L’ex ministro dell’Energia greco e deputato di Syriza, Panagiotis Lafazanis, vuole il ritorno della Grecia alla dracma. "Voglio aprire il dibattito sul ritorno a una nostra valuta nazionale, un tabù per il nostro partito", ha detto il leader della Piattaforma di sinistra, formazione che rappresenta circa il 30% del Comitato centrale presentando il suo progetto ai militanti. "Dobbiamo nazionalizzare le banche – ha spiegato – varare una riforma fiscale per redistribuire più equamente la ricchezza, cancellare buona parte del nostro debito, restaurare la democrazia in Grecia e garantire la trasparenza dell'informazione". Quindi l'addio alla moneta unica. "Nella prima fase di transizione – ha spiegato – ci saranno difficoltà, ma l'uscita accompagnata da politiche progressiste porterà ad una rapida ripresa dell’economia, il dibattito per il ritorno ad una moneta nazionale dovrebbe proprio partire all’interno di Syriza”. In un’intervista al quotidiano RealNews, Lafazanis ha riferito di aver chiesto al governo di attingere alle riserve della Banca della Grecia sfidando la Banca Centrale Europea. La mossa consentirebbe di pagare le pensioni e gli stipendi del settore pubblico anche se la Grecia dovesse uscire dell’euro. “Il motivo principale (di questo piano) è far sopravvivere l’economia greca e i greci, il che è il massimo dovere attribuito al governo dalla Costituzione” ha spiegato.

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