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Crisi e consumi, tra i giovani si fa largo l’apericena

Secondo quanto emerge dal rapporto Coldiretti/Censis sul tema “Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio”, quasi tre giovani under 35 su quattro partecipano nel weekend al rito dell’apericena rinunciando alla cena vera e propria.
A cura di Susanna Picone
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Il rito dell'aperitivo, che ha preso piede ormai diversi anni fa nel nord Italia e che col tempo si è diffuso anche in altre zone del Paese, ha contagiato diverse categorie sociali e fasce di età. E, complice anche la crisi e dunque la necessità di contenere le spese, oggi a fare l'aperitivo mangiando stuzzichini, partecipando dunque alla cosiddetta “apericena”, sono 25,7 milioni di italiani (51,8%) di cui 3,6 milioni regolarmente (7,4%) e 22 milioni di tanto in tanto (44,4%). E in particolare tra i giovani si fa largo l’apericena. Quasi tre under35 su quattro (71%), soprattutto nel fine settimana, partecipano a questo rito. È quanto è emerso dal rapporto Coldiretti/Censis sul tema “Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio”, illustrato dal presidente del Censis Giuseppe De Rita e dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo al Forum Internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione, organizzato a Cernobbio da Coldiretti in collaborazione con lo Studio Ambrosetti.

Crisi, il rito dell’apericena ha contagiato tutti gli italiani

A fare da apripista – precisano Coldiretti/Censis – sono stati alcuni contesti del nord dove quello dell’aperitivo è una sorta di antico rito sociale. Basta pensare a Padova con lo Spritz o ad alcune zone del comune di Milano o di Roma, dove l’aperitivo è un momento di convivialità. In particolari contesti metropolitani l’aperitivo e i luoghi in cui incontrarsi per farlo sono diventati, secondo il rapporto, uno dei pilastri della relazionalità di persone dalle caratteristiche socio-demografiche anche molto diverse. Grazie alle offerte dei locali, oggi l’aperitivo è diventato occasione per accompagnare il necessario contenimento delle spese dettato dalla crisi economica con una attenzione alla qualità dell’alimentazione. È anche un modo, dice Coldiretti/Censis, per conoscere i prodotti di cui è ricca l’Italia e di mangiare a costi contenuti.

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