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Crisi: dilaga il lavoro part time involontario

L’Istat dice che sono occupati a orario ridotto, pur volendo lavorare a tempo pieno, 2 milioni 470mila persone, con un’impennata dell’83% rispetto al 2008. Sono in gran parte donne, ma non mancano gli uomini.
A cura di S. P.
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Dilaga il lavoro part time. Per tutti, non solo per le donne. E, da quanto emerge dai dati Istat, il boom del tempo ridotto sembra legato alla crisi considerata l’incidenza del part time involontario. Sono infatti occupati a tempo ridotto, pur desiderando lavorare a tempo pieno, 2milioni 470mila persone, con un’impennata dell’83%, cioè di 1 milione 121mila in più, rispetto al 2008. La maggior parte dei lavoratori part time sono donne (1 milione 729mila) ma aumenta anche il numero della componente maschile, che è raddoppiata in 5 anni e ha raggiunto quota 742mila. In Italia gli occupati lavorano in media 36 ore a settimana, dunque rispetto al 2008 – quando le ore erano 38 – si sono perse 2 ore. L'aumento dell'incidenza del tempo parziale ha fatto scivolare in questo modo il totale di ore lavorate. In media le donne settimanalmente si fermano a 32 ore.

Nel 2008 forzato il 40,3% dei contratti a tempo parziale, ora lo è il 61,6% – Guardando al numero di occupati per ore settimanali lavorate, colpisce la drastica riduzione di quanti hanno totalizzato oltre le 41 ore: tra il 2008 e il 2013 sono scesi di quasi di un terzo (-29,5%), passando da oltre 5 milioni a poco più di 3 milioni e mezzo. Nello stesso periodo sono aumentati quelli che lavorano meno di 10 ore settimanali, giunti a circa 627 mila persone. Evidente come le aziende ricorrano più spesso ai contratti part time perché meno costosi: l'incidenza del part-time involontario sul totale dei lavoratori a orario ridotto passa dal 40,3% del 2008 al 61,6% del 2013.

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