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Crisi di Governo: il 14 dicembre si decide il futuro del Berlusconi IV

Ufficializzata la road map della crisi: prima l’esame della legge di stabilità poi la votazione sulla mozione di sfiducia alla Camera e di fiducia al Senato.
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Alla fine l'attesissimo incontro fra le tre alte cariche dello Stato è servito a fare un po' di chiarezza e di fatto a "calendarizzare" la crisi del Governo Berlusconi. Dopo più di un'ora di colloquio, dunque, Giorgio Napolitano, Gianfranco Fini e Renato Schifani hanno concordato sul fatto che il Senato debba terminare l'esame della legge di stabilità entro i primi dieci giorni del mese di dicembre. A seguire e dunque il 13 dicembre le comunicazioni del Presidente del Consiglio al Senato e la discussione sulla mozione di sfiducia di Partito Democratico – Italia dei Valori alla Camera. Infine il giorno successivo, in contemporanea con l'udienza della Consulta sulla legittimità costituzionale del "legittimo impedimento", le votazioni sulla mozione di fiducia al Governo (al Senato) e su quella di sfiducia (alla Camera).

Ovviamente scontata la soddisfazione del Presidente della Repubblica, che ha sottolineato come "l’incontro odierno ha permesso di registrare la concorde adesione delle forze parlamentari all’esigenza di dare la precedenza, nei lavori della Camera e del Senato, all’approvazione finale delle leggi di stabilità e di bilancio per il 2011". Insomma, una road map della crisi che però non sembra scongiurare la caduta del Governo Berlusconi, della quale si sono detti convinti anche autorevoli esponenti della Maggioranza. A partire da Paolo Bonaiuti che prevede il ricorso "alle urne fra il 20 e il 28 febbraio", fino ad arrivare ad Umberto Bossi, secondo il quale “Il governo durerà fino al 27 marzo"; il tutto senza dimenticare la crucialità che viene ad assumere la data del 14 dicembre con il Cavaliere che potrebbe perdere in poche ore sia la partita parlamentare, sia quella "giudiziaria".

Piuttosto delusi dall'incontro del Quirinale invece gli esponenti dell'opposizione con Pierluigi Bersani che considera inopportuno il "traccheggiamento" sulla legge di stabilità e ribadisce che la strada migliore è quella di un governo di transizione "che possa fare la legge elettorale nuova e affrontare la crisi", anche perchè, "fuori da questa strada non ci sono soluzioni positive". Simile anche la posizione di Antonio Di Pietro che però non manca di sottolineare come il rischio durante il prossimo mese sia quello della "compravendita dei parlamentari".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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