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Crescita zero nel secondo trimestre per il Pil italiano

I dati Istat confermano che il prodotto interno lordo italiano rimane invariato nel secondo trimestre, mentre su base annua arranca con un incremento del +0,7%. Il governo rivede le stime di crescita al ribasso.
A cura di Charlotte Matteini
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Prospettive di crescita basse per il prodotto interno lordo italiano. Stando ai dati pubblicati stamane dall'Istat, rispetto ai primi 3 mesi dell'anno il Pil è rimasto invariato, mentre è aumentato di 0,7 punti percentuali su base annua. Nel secondo trimestre dell'anno, quindi, il Pil italiano ha segnato "crescita zero". Le stime preliminari elaborate dall'Istat, quindi, forniscono un dato inferiore alle aspettative. Inoltre, l'Istat precisa che rispetto al trimestre precedente e allo secondo trimestre del 2015, il secondo trimestre del 2016 ha avuto una giornata lavorativa in più e la variazione del Pil per il 2016, depurata dagli effetti è quindi pari a +0,6%.

La variazione del prodotto interno lordo italiano è principalmente frutto di un aumento del valore aggiunto nei comparti agricoltura e servizi e di una diminuzione nel settore dell'industria . Nello stesso periodo preso in considerazione per l'Italia, Istat registra un aumento congiunturale di Pil pari allo 0,6% nel Regno Unito, dello 0,3% negli Stati Uniti e una variazione nulla per la Francia. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,2% nel Regno Unito, dell’1,4% in Francia e dell’1,2% negli Stati Uniti. Un dato, quello della crescita zero italiana, che potrebbe provocare disagi a Matteo Renzi in Europa: il presidente del consiglio italiano, infatti, puntava a chiedere alla Commissione Ue una sorta di "flessibilità" di bilancio per poter impiegare risorse economiche attualmente "indisponibili". Con il peggioramento dei dati di crescita, però, l'operazione appare ora di difficile compimento.

Il governo italiano sta quindi già rivedendo al ribasso le prospettive di crescita dell'economia italiana sia per il 2016 che per l'anno prossimo. Stando alle stime preliminari, infatti, dal più 1,2% di crescita prevista dall'Esecutivo ad aprile, nel 2016 probabilmente si scenderà sotto l’1%. Per il secondo trimestre del 2016, nonostante i dati elaborati da Confindustria fossero al di sotto di quelli pubblicati stamane da Istat, si attendeva un  incremento della crescita di 0,1/0,2 punti percentuali, dopo il calo della produzione industriale che ha segnato a giugno un ulteriore rallentamento della crescita. A frenare l'aumento delle stime sono soprattutto cause geopolitiche: da una parte i dubbi relativi ai possibili effetti della Brexit, dall'altra l'insicurezza generata dalla situazione geopolitica globale, con particolare attenzione al Medioriente, che pesa sulla domanda estera.

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