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Cremazione, anche in Italia è boom di richieste

Anche nel nostro Paese c’è un trend di crescita costante di richieste di cremazioni che va di pari passo con la presenza di impianti.
A cura di A. P.
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C'era un tempo in cui farsi cremare in Italia dopo la morte era davvero una scelta controcorrente. Da anni però ormai la pratica anche in un Paese come il nostro è stata completamente sdoganata tanto che si è assistito ad un costante aumento di richieste in questo senso fino al vero e proprio boom degli ultimi anni. Secondo gli ultimi dati raccolti dalla Sefit Utilitalia (Servizi Funerari Italiani) sulle cremazioni di cadaveri in Italia, infatti, è chiaro il costante trend di crescita con 141.553 cremazioni  effettuate nel 2016 a fronte delle 110.710 di appena tre anni prima. Un dato però ancora sottostimato, visto che mancano i numeri di diversi impianti, in particolare in Campania, non forniti dai gestori

"Da un'analisi dei dati pervenuti si può affermare che le cremazioni effettuate in Italia nel corso del 2016 siano cresciute in maniera contenuta rispetto all'anno precedente, con un aumento percentuale del 3,2%, corrispondente a 4.388 unità, determinato in particolare dal calo della mortalità generale rispetto al 2015, anno anomalo nel trend", spiegano da Sefit, sottolineando che "nel 2016 si sono registrate a consuntivo 141.553 cremazioni di feretri, contro 137.165 del 2015" . Più importanti ancora sono i dati sull’incidenza della cremazione sul totale delle sepolture che per l’anno 2016 è del 23,01%, con un +1,83%, rispetto al dato 2015. Riguardo alle altre forme di sepoltura, secondo le stime del 2016, le inumazioni in terra sono state 203.037 ( il 33%) mentre le tumulazioni (in loculo e in tomba) 270.671 (il 43,99%).

Un incremento delle cremazioni che però differisce da regione a regione e anche da zone a zone indicando come ruolo fondamentale anche la vicinanza di impianti adatti. Gli aumenti infatti ci son stati soprattutto al Nord, che ha una maggiore presenza di impianti, e in particolare nei capoluoghi di provincia dotati di queste strutture. In particolare le regioni dove la cremazione è più sviluppata in termini percentuali continuano ad essere Lombardia (25,8%), Emilia-Romagna (14,6%) e Piemonte (14,3%), che dispongono del maggior numero di impianti di cremazione operativi. Le città in cui viene effettuato il maggior numero di cremazioni invece sono Roma (12.376), Milano (10.776) e Genova (6.048) che però servono un'area che spesso va oltre la provincia.

Sulla scelta della cremazione "incide il costo delle sepolture, perché la sepoltura di un'urna cineraria costa molto poco, ma un elemento che nel nostro Paese ha contribuito ad aumentare la richiesta di cremazione è stata la legittimazione di questa pratica da parte della Chiesa cattolica" ha ricordato all'Adnkronos Pietro Barrera, responsabile Sefit, aggiungendo: "Poi c'è il tema della disponibilità degli spazi e l'idea di cercare una strada alternativa per far sì che il destino della salma non richieda di per sé grande spazio e conseguentemente anche grandi spese".

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