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Opinioni

Cosa succede se Equitalia chiude (e chi ci guadagna)

Cosa cambia con l’abolizione di Equitalia? Che fine fanno i nostri debiti con l’Agenzia delle Entrate? Cosa succede alle cartelle ancora aperte? Conviene rottamare una cartella di debito?
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La manovra del Governo Renzi per il 2017 si comporrà del disegno di legge di bilancio e di un decreto legge contenente una serie di misure di particolare urgenza. Fra queste, di grande rilievo sembra essere la norma che porterà alla chiusura di Equitalia, presumibilmente a partire dalla tarda primavera del 2017.

Il Governo non ha ancora diffuso il testo definitivo del decreto legge, che è stato approvato dal Consiglio dei ministri “salvo intese” e con alcuni punti da perfezionare. La misura è centrale nell’impostazione della legge di bilancio, considerando che il Governo spera di incassare 4 miliardi di euro di gettito aggiuntivo per il prossimo anno (ricordiamo che l’intera manovra vale circa 27 miliardi di euro). È possibile, dunque, mettere insieme una serie di informazioni e indicazioni e cominciare a dare uno sguardo a ciò che succederà con la chiusura di Equitalia, in particolare per quel che riguarda le cartelle ancora aperte e le pendenze dei cittadini con l’ente di riscossione.

Perché Equitalia chiude?

Ovviamente l’abolizione di Equitalia non comporta l’eliminazione di multe e contenziosi fra cittadini e amministrazioni, né uno stop al recupero dei crediti effettuato dallo Stato. Le funzioni di Equitalia saranno riassorbite dall’Agenzia delle Entrate, secondo il suo “nuovo modello”. Per Renzi, quella di Equitalia è stata una “parentesi” che non ha funzionato, in particolare per il clima “intimidatorio” che si è instaurato fra Fisco e contribuente e per alcuni meccanismi “vessatori” che si sono venuti a determinare nel corso degli anni, finendo con il penalizzare in particolare le piccole e medie imprese e i cittadini con redditi medio – bassi. Nella lettura dell’esecutivo, la lotta all’evasione “non deve essere vessatoria” e il modello Equitalia non sembra aver funzionato nemmeno dal versante della lotta all’evasione. O meglio, per citare Renzi, se nel 2015 sono stati buoni i risultati della lotta all’evasione, quello in discussione è “il modello punitivo del passato che puntava su un sistema vessatorio […] l cittadino va coinvolto prima non stangato subito”.

Che cosa succede alle multe e alle cartelle di Equitalia?

Il Governo è alle prese con i dettagli del decreto che dovrebbe sancire la chiusura di Equitalia, quindi non bisogna escludere cambiamenti dell’ultima ora. L’idea è però quella di “rottamare le cartelle”, secondo un meccanismo anticipato in queste ore. Scrive Petrini su Repubblica, sintetizzando la proposta dell’esecutivo:

Dal punto di vista pratico la rottamazione prevederà il pagamento delle intera imposta dovuta, ma ci sarà la cancellazione degli interessi di mora e delle sanzioni che possono arrivare fino al 200 per cento. I contribuenti che aderiranno saranno tenuti invece a sostenere gli interessi di «ritardato pagamento», quelli che decorrono dal momento in cui si smette di pagare a quello in cui Equitalia emette il ruolo. In pratica lo sconto complessivo per il contribuente sarà da un terzo al 50 per cento dell’intera somma dovuta.

Proviamo a chiarire meglio la questione, provando a semplificare il procedimento che sarà attuato nei prossimi mesi. Prendiamo come esempio una cartella esattoriale “standard”, relativa a imposte Irpef non pagate da un singolo contribuente.

La cartella che riassume la situazione debitoria del contribuente mostra:

  • la quota di Irpef o di altra imposta non pagata
  • la quota di interessi da pagare e maturati dalla data di accertamento dell’evasione fino a quella dell’arrivo della cartella
  • la sanzione
  • il cosiddetto “aggio di riscossione”, definiti “oneri di riscossione” per i carichi affidati dal primo gennaio di quest’anno (si tratta sostanzialmente della commissione che spetta a Equitalia)
  • gli interessi di mora per eventuali pagamenti posticipati (che vengono determinati ogni anno da Equitalia “sulla base della media dei tassi bancari attivi”)
  • ulteriori spese per il ritardato pagamento (solo in determinati casistiche)

Con la “rottamazione” il Governo in pratica eliminerà dalle cartelle la quota di sanzioni, una parte dell’aggio di riscossione e gli interessi di mora; i contribuenti saranno comunque tenuti a pagare l’imposta non corrisposta, gli interessi maturati, il ritardo nel pagamento e una quota (il 30%, pare) degli oneri di riscossione. Le modalità con le quali i contribuenti potranno corrispondere l’importo non sono chiarissime, ma dovrebbe comunque essere possibile una rateizzazione, in particolare per cifre particolarmente alte. Stando a una prima bozza del provvedimento, circolata tra gli addetti ai lavori, la rottamazione della cartella sarebbe "attivabile" su richiesta del debitore e sarebbe possibile una rateizzazione fino a 36 rate mensili del debito.

È importante sottolineare che non si tratta di un condono: l'imposta verrà pagata integralmente e non ci sarà alcuna forfettizzazione del debito con lo Stato. Oggetto del provvedimento sono tutte le tipologie di cartelle di Equitalia notificate entro il 31 dicembre di quest'anno.

Chi ci guadagna con la rottamazione delle cartelle Equitalia

Qualche calcolo lo ha fatto Mario Sensini sul Corsera: “Il provvedimento riguarda le cartelle che gli italiani stanno già pagando con la rateizzazione, per un valore di circa 35 miliardi di euro, e quelle che Equitalia si appresta ad emettere: 51 miliardi alla fine dell’anno scorso, più quelle di quest’anno. Sono circa cento miliardi di euro «nominali», perché con la cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora, la somma che verrà incassata sarà certamente inferiore”. Per il prossimo anno, come detto, il Governo conta di incassare una cifra vicina ai 4 miliardi di euro.

Paolo Russo su La Stampa scende nel dettaglio e prova a quantificare il risparmio per il singolo contribuente:

Da più tempo non saldi i conti con il fisco e meno paghi. […] Questo perché si azzerano gli interessi di mora che decorrono da quando ci viene notificata la cartella esattoriale a che ci rassegniamo a pagare. Interessi già alti oggi (il 4,13%) ma che lo erano ancora di più negli anni passati. Per cui quando si sono accumulati più di 10 anni di mancato pagamento e relativi interessi di mora non più dovuti, il risparmio supera il 50%

A chi Equitalia è venuto a bussare da poco l’azzeramento degli interessi di mora resta sempre un affare, così come l’annullamento delle pesanti sanzioni, che vale per tutti, ma il guadagno è comunque minore, intorno al 40%.

Così come è meno vantaggioso l’affare per chi ha già rateizzato il pagamento, perché in questo caso bisognerà dire addio agli interessi di mora già versati, pur consolandosi con il fatto che le rate a venire si alleggeriranno degli stessi intessi e delle sanzioni, per un risparmio intorno al 34%.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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