Cosa sarebbe cambiato se nel 2013 si fosse votato con l’Italicum
Come vi abbiamo raccontato, la proposta sulla quale Renzi e Berlusconi hanno trovato "piena sintonia", l'Italicum, prevede la conservazione dell'impianto base del Porcellum con qualche modifica sostanziale in una serie di punti: proporzionale con attribuzione dei voti su base nazionale, candidati distribuiti in 120 collegi, con liste bloccate ma corte, premio di maggioranza del 18% circa per la lista o la coalizione che raggiunge almeno il 35% dei consensi con eventuale ballottaggio di coalizione se tale condizione non si verifichi, soglie di sbarramento al 5% per i partiti coalizzati, all’8% per le liste e al 12% per le coalizioni.
Il sito youtrend.it ha provato a capire cosa sarebbe successo se tale sistema fosse entrato in vigore già alle passate elezioni di febbraio, mostrando graficamente cosa sarebbe cambiato nella composizione del Parlamento, considerando ovviamente che nessuna delle coalizioni avrebbe raggiunto la soglia minima per far scattare il premio di maggioranza. Ecco qualche esempio: "Nella sua relazione, Renzi ha parlato di meccanismi “anti liste-civetta”, il che sembra suggerire che con l’italicum i voti delle liste coalizzate sotto la soglia di sbarramento non sarebbero contati al fine di stabilire quali siano le coalizioni abilitate a vincere il premio oppure ad accedere al ballottaggio". Dunque avremmo avuto un ballottaggio Pd – M5S con questi risultati possibili: vittoria del Pd
– Vittoria del M5S
Se invece, proprio in virtù delle norme “anti liste-civetta”, i voti delle coalizioni fossero confluiti nei partiti maggiori, al ballottaggio sarebbero andate la lista/coalizione di Bersani e quella di Berlusconi. Con queste variabili: vittoria della coalizione di Bersani
– vittoria di Berlusconi
