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Cosa fare (e non fare) sui social network in caso di terremoto

Lasciare libere le strade e le linee telefoniche, non utilizzare scale, ascensori e automobili, dirigersi al più vicino punto di raccolta e affidarsi all’aiuto di soccorritori e volontari esperti, evitando il “fai da te”.
A cura di Charlotte Matteini
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La domande potrebbe apparire banale, ma pochi sanno come si dovrebbe davvero agire per aiutare i sopravvissuti e i dispersi che hanno vissuto un evento traumatico come un grave terremoto. Spinti dalla buona volontà, senza conoscere le regole base da rispettare quando si interviene in situazioni di estremo disagio o pericolo, si potrebbe addirittura causare inconvenienti a chi il soccorritore lo fa di mestiere.

Dall'avvento dei social network, per esempio, le informazioni ormai viaggiano alla velocità della luce. Ma che tipo di informazioni? Spesso e volentieri si tratta di bufale, che rischiano di trarre in inganno non solo chi lavora nel mondo del giornalismo, che si trova a dover verificare una mole di informazioni ingente in poco tempo, ma soprattutto rischiano di far spaventare i parenti delle persone che sanno trovarsi sul luogo della strage, per esempio chi ha amici, genitori o figli in vacanza in quelle zone o residenti nei paesi limitrofi. In caso di tragedie simili, sarebbe meglio evitare di fare i buontemponi e utilizzare i social per comunicare informazioni necessarie. Nel caso specifico di stanotte, su Twitter è stato lanciato l'hashtag #terremoto chiedendo venisse utilizzato solo in caso di necessità, per diramare aggiornamenti e comunicazioni importanti. L'hashtag, però, è stato preso d'assalto dagli utenti, che hanno iniziato a pubblicare di tutto e di più, alcuni rilanciando perfino selfie privati nella speranza di ottenere più visibilità possibile. Utilizzare i social in questa maniera sarebbe meglio evitarlo in questi casi, perché si rischia di complicare il lavoro di chi in quelle occasioni sta cercando notizie e informazioni sulla tragedia.

Per evitare di commettere ulteriori errori, la Croce Rossa ha invece stilato un vademecum che può essere utile per chi dovesse materialmente trovarsi sul luogo in caso di terremoto: lasciare libere le strade e le linee telefoniche per permettere ai soccorritori di giungere agevolmente sul luogo del disastro e ai dispersi di poter comunicare con i propri cari o di poter avvertire vigili del fuoco, forze dell'Ordine o ospedali della zona per segnalare situazioni in cui è necessario intervenire prontamente. Non a caso, questa mattina, la Protezione civile ha chiesto ai laziali di evitare di prendere la Salaria per non intralciare i soccorsi diretti ad Accumoli e Amatrice, i paesi più colpiti dal sisma di questa notte.

Nello specifico, si consiglia di evitare le strade che portano ai luoghi del disastro se non strettamente necessario. Nel caso in cui ci si debba dirigere in zona, occorre fare attenzione al km 136 della statale 4, a circa 4 km dal Comune di Accumoli, dove un viadotto si è mosso, creando un dislivello di circa 15 centimetri. Un problema simile è segnalato inoltre su un altro viadotto, il "Tronto secondo", due chilometri più avanti.

"Tutta la Croce Rossa è in stato di mobilitazione. Squadre cinofile, squadre di soccorso con 20 ambulanze in arrivo. Cucine da campo per assistenza alla popolazione in partenza per Amatrice e Accumoli. Automobilisti invitati ad evitare di percorrere Via Salaria per permettere ai mezzi di soccorso di raggiungere le zone colpite", ha dichiarato il presidente Francesco Rocca.

La Croce Rossa ricorda inoltre che in caso di terremoto occorre cercare riparo e non utilizzare scale e ascensori. Nel caso la persona si trovasse all'esterno di edifici, deve invece raggiungere uno dei punti di raccolta evitando di utilizzare l'automobile e il telefono, se non strettamente necessario. Carlo Rosa, responsabile della Protezione civile del Lazio, chiede ai residenti e volenterosi di evitare il "volontariato spontaneo" perché al momento "ci sono migliaia di volontari che fanno capo alle tante organizzazioni sul territorio. E in questo momento tutte sono coordinate dalla protezione civile. Quello che bisogna evitare è di mettersi in moto da soli, spontaneamente".

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