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Opinioni

Cosa c’è nella proposta del M5s per il taglio degli stipendi dei parlamentari

Alla Camera dei deputati il disegno di legge del MoVimento 5 Stelle: vediamo nel dettaglio di che si tratta, cosa cambierebbe e perché è / non è una buona idea.
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Nella giornata di lunedì comincerà alla Camera dei deputati la discussione sul disegno di legge “Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento”. Si tratta, in estrema sintesi, della proposta di legge per diminuire lo stipendio di deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle, a prima firma della deputata Roberta Lombardi. La discussione generale potrebbe concludersi nella tarda serata di lunedì e il voto potrebbe arrivare già martedì (o essere posticipato a giovedì).

Beppe Grillo ha invitato i militanti 5 stelle a iscriversi in massa alla seduta pubblica e a seguire la diretta della discussione sul sito della Camera: un segnale evidente del peso che il provvedimento riveste nell’universo grillino, anche grazie al particolare momento politico del Paese.

Il punto è che la questione della riduzione degli stipendi ai parlamentari, un cavallo di battaglia storico del M5s, si incrocia inevitabilmente con la campagna elettorale per il referendum. O meglio, si incrocia con la questione del taglio dei costi della politica, uno dei punti di forza della propaganda del fronte del Sì.

“Invece di stravolgere la Costituzione, basta una semplice legge ordinaria per ridurre i costi della politica e risparmiare i soldi dei cittadini italiani”, dicono i 5 Stelle. Già, ma in che modo?

Cosa c’è nel disegno di legge taglia – stipendi

Il ddl modifica la legge numero 12261 del 31 ottobre del 1965 che determina attualmente i meccanismi di indennità e dà indicazioni per diaria e rimborsi di altra natura (una disciplina che, nel corso degli anni, ha subito profonde modifiche).

L’indennità mensile corrisposta a ogni membro del Parlamento viene ridotta a 5000 euro (al lordo delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali e assistenziali), per 12 mensilità; inoltre vengono eliminate tutte le altre indennità aggiuntive per lo svolgimento di altri incarichi interni alla Camera di appartenenza.

La diaria viene fissata in un massimo di 3500 euro mensili, tenendo presente che il rimborso per l’affitto dell’appartamento è consentito solo a chi non è residente nel Comune di Roma. È un cambiamento consistente, poiché, come spiega la Lombardi: “La modifica proposta è volta a ricondurre in maniera diretta l'istituto della diaria alla sua natura di rimborso di spese; il riconoscimento del rimborso per le spese sostenute per l'alloggio viene limitato ai parlamentari non residenti nel comune di Roma; inoltre, i rimborsi, oggi attribuiti in misura forfetaria, potranno essere erogati soltanto per le spese effettivamente sostenute e documentate”.

Le spese per l’esercizio del mandato sono limitate a 3690 euro, in modo da garantire ai parlamentari il contributo di consulenti e collaboratori (anche queste spese dovranno essere documentate).

Nel caso di assenze gli assegni potranno essere decurtati, con modalità decise dagli Uffici di Presidenza delle due Camere.

L’assegno di fine mandato (che ora è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità per ogni anno di mandato effettivo o frazione) è abolito; il superamento del vitalizio, già deliberato da Camera e Senato, viene inserito nella legge. La proposta prevede anche norme sulla trasparenza e, in particolare, si stabilisce di pubblicare sul sito internet delle Camera di appartenenza:

  • il complesso delle indennità riconosciute al membro del Parlamento ai sensi dell'articolo 1 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261;
  • il numero dei giorni per i quali, nel corso del bimestre, il parlamentare è risultato presente alle sedute dell'Assemblea e delle Commissioni e ha ottenuto il riconoscimento del rimborso delle spese di soggiorno e di viaggio, ai sensi dell'articolo 2 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261;
  • l'estratto del conto della carta di credito emessa per il pagamento delle spese di soggiorno, viaggio e alloggio da parte dei parlamentari;
  • i rendiconti delle spese sostenute per l'esercizio del mandato rappresentativo e per i collaboratori.

Il confronto con il modello attuale

Prima di tutto i numeri.

Ora l’indennità mensile lorda è di circa 11mila euro, cui vanno sottratte la ritenuta fiscale, le ritenute previdenziali e assistenziali. l’indennità netta si aggira, dunque, sui 5200 euro. I 5 Stelle (che ogni mese restituiscono circa 2mila euro dell’indennità netta) propongono di arrivare a un lordo di 5mila euro, con un netto che si aggirerebbe sui 3000 euro.

Insomma:

Ora: lordi 11.000, netti 5200. Proposta M5s: lordi 5.000, netti 3.000.

La diaria che attualmente percepiscono i parlamentari è di circa 3500 euro mensili, cui vanno aggiunti i rimborsi forfettari per le spese di trasporto (qualcosa in più di mille euro mensili) e per le spese telefoniche (sui 250 euro al mese). I 5 Stelle propongono l’abolizione dei rimborsi forfettari (via libera solo a quelli documentati), il pagamento dell’alloggio solo per i residenti fuori Roma e un tetto massimo complessivo di 3500 euro.

Le spese per l’esercizio del mandato, che servono ai parlamentari per avvalersi di collaboratori e consulenze, comportano un rimborso fisso di 3690 euro mensili. La cifra non viene toccata dai 5 Stelle, che la vincolano però a una documentazione puntuale.

Al momento, vale la pena di sottolinearlo, deputati e senatori del M5s incassano sia diaria, sia rimborsi forfettari, sia spese per l'esercizio del mandato, con l'impegno di restituire le somme non spese. Il problema, evidenziato da diversi organi di stampa, è che gran parte dei parlamentari questi soldi li spende tutti e non sempre li rendiconta con puntualità e precisione. Da qui le polemiche degli ultimi giorni.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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