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Cos’è la bomba all’idrogeno, l’ordigno nucleare più distruttivo al mondo

La bomba all’idrogeno, o bomba H, è l’ordigno nucleare più devastante mai realizzato dall’uomo. La “superbomba”, creata dagli Usa nel 1950, non è mai stata usata in guerra. E, dopo il “successo” del test nucleare della Corea del Nord, gli analisti rimangono scettici sulle capacità di Pyongyang di armare con una bomba H le testate di un missile intercontinentale.
A cura di Mirko Bellis
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Il fungo sprigionato dall'esplosione della prima bomba H nel 1952
Il fungo sprigionato dall'esplosione della prima bomba H nel 1952

La bomba all'idrogeno testata “con successo” dalla Corea del Nord è destinata “ad armare un super missile intercontinentale”, ha annunciato sorridente una conduttrice della tv di Stato Kctv. L’ennesima sfida al mondo da parte del regime di Kim Jong-un ha provocato un potente sisma “artificiale” di magnitudo 6,3. Secondo le dichiarazioni del regime nordcoreano potrebbe valere “da dieci a centinaia di chilotoni” di potenza ed è pronta a essere “miniaturizzata” su un missile intercontinentale, in grado quindi di raggiungere gli Stati Uniti.

Cos'è la bomba all'idrogeno?

La bomba all'idrogeno o H, chiamata in gergo anche la “superbomba”, è un ordigno in cui la fusione termonucleare incontrollata s'innesca con una reazione simile a quella che avviene all'interno del Sole, con una successione di processi di fissione-fusione-fissione. La bomba H è l’evoluzione della bomba atomica “semplice”, come quelle sganciate il 6 e il 9 agosto 1945 su Hiroshima e Nagasaki dagli Usa. Furono proprio gli Stati Uniti nel 1950 con il presidente Harry Truman a dare inizio al programma per la costruzione della bomba all'idrogeno, dopo il successo del test della prima atomica sovietica avvenuto un anno prima. Anni gli guerra fredda e della sfrenata corsa agli armamenti delle grandi potenze. La prima bomba H statunitense fu sperimentata nel novembre del 1952. Un anno dopo fu la volta dell’Unione Sovietica a cui seguirono il Regno Unito, la Cina e la Francia. Nel 1961, in una serie di test nucleari, l’Unione Sovietica fece esplodere nel poligono situato a Sukhoi Nos, nell'arcipelago Novaja Zemlja nel mar Glaciale Artico, la più potente bomba mai realizzata (la “Bomba Zar”); con una potenza di 50.000 chilotoni (50 megatoni), liberò un’energia pari a 3.125 volte la bomba a fissione Little Boy lanciata su Hiroshima.

L’inventore della bomba H

Il padre della bomba H, Edward Teller, fisico ungherese rifugiatosi negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni naziste, ne sostenne la fattibilità nel 1946 nel corso di un incontro scientifico a Los Alamos. Altri scienziati, invece, si dimostrarono scettici oppure, come Robert Oppenheimer, capo del Progetto Manhattan che portò alla costruzione degli ordigni di Hiroshima e Nagasaki, si opposero alla bomba H per motivi etici. Pochi anni dopo, nel 1950, proprio a Los Alamos un gruppo di studiosi guidato da Teller iniziò a lavorare a un programma per la costruzione della bomba all'idrogeno su richiesta del presidente statunitense Harry Truman.

Differenze tra la bomba atomica e quella all'idrogeno 

La bomba all’idrogeno è un tipo di ordigno nucleare, evoluzione della bomba atomica a fissione nucleare. Ma le bombe H sono notevolmente più potenti delle armi atomiche. Nella bomba all'idrogeno si avvicendano in successione processi di fissione-fusione-fissione innescati a partire da una normale bomba atomica a fissione, posta all'interno di un contenitore di materiale fissile insieme ad atomi leggeri. Quando la bomba a fissione presente nella parte più interna esplode, innesca la fusione termonucleare dei nuclei degli atomi leggeri dello strato intermedio, che provoca a sua volta la fissione nucleare del materiale più esterno. Miniaturizzare qualsiasi tipo di bomba nucleare in modo che possa essere installata in un missile balistico intercontinentale (Icbm, nell'acronimo inglese) comporta un delicato equilibrio tra la grandezza del dispositivo e la sua potenza. Un’operazione che richiede molti test per garantire che una testata più piccola sia comunque in grado di produrre un'esplosione devastante. Come la bomba atomica, comunque, anche la H può essere installata su diversi sistemi d’arma: aerei, missili balistici, missili lanciati da sottomarini, ma a differenza dell’atomica la bomba H non è mai stata impiegata in operazioni belliche.

Le conseguenze di un’esplosione

All'esplosione di una bomba H i fattori distruttivi che si sprigionerebbero sarebbero quattro: un’onda di calore fino a 20 milioni di gradi centigradi in corrispondenza del punto di detonazione, un’onda d'urto, l’emissione di radiazioni e il cosiddetto effetto EMP (Electro Magnetic Pulse), ovvero la produzione di radiazioni elettromagnetiche.

La bomba H di Kim Jong-un

Sebbene alcuni analisti siano scettici sulla rivendicazione della Corea del Nord, l'analisi iniziale ha indicato che il dispositivo ha causato un'esplosione di circa quattro volte più potente di qualsiasi test realizzato finora da Pyongyang. Dal 9 ottobre del 2006, giorno del primo test nucleare, il regime nordcoreano ha condotto altre sei prove con ordigni atomici. E quella di oggi non sarebbe la prima volta in cui la Corea del Nord dichiara di aver detonato una bomba all'idrogeno. Già nel gennaio 2016, nel suo quarto test atomico, il regime di Kim Jong-un aveva annunciato l’utilizzo di una bomba H. Anche in quell'occasione l’esplosione dell’ordigno termonucleare aveva provocato un terremoto di 5.1 di magnitudo.

Dall'osservazione della foto che l’agenzia di stampa nordcoreana ha rilasciato oggi, gli analisti hanno dedotto che si tratterebbe di un dispositivo termonucleare a due stadi. David Albright, presidente dell'Istituto per la scienza e la sicurezza internazionale di Washington, ha espresso i suoi dubbi sul fatto che l’ordigno fosse reale, ma ha affermato che esistono solide prove che Pyongyang stia lavorando alla realizzazione di armi termonucleari. "La dimensione del segnale sismico dell’ultimo test suggerisce una resa esplosiva significativamente maggiore rispetto alla quinta prova", ha dichiarato Albright al New York Times. "Questo elevato rendimento probabilmente è dovuto all'uso di materiale termonucleare nel dispositivo”. Albright, tuttavia, ha precisato di essere scettico sulle possibilità della Corea del Nord di riuscire a miniaturizzare la bomba H per poi installarla su un missile balistico.

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