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Corte penale internazionale: verifica su crimini di guerra sulla Striscia di Gaza

La documentazione, presentata dalla delegazione palestinese, è stata accettata dai giudici del Cpi. Seguirà procedura di verifica ed eventualmente inchiesta per crimini di guerra nel corso del conflitto di Gaza dell’estate 2014.
A cura di Redazione
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I giudici della Corte penale internazionale (Cpi) saranno chiamati ad esprimersi sull'attacco sulla Striscia di Gaza dell'estate del 2014. A presentare la documentazione è stata la delegazione palestinese dell'Aia che, attraverso le parole di Nabil Abuznaid, riferisce: "il caso è nelle mani della Corte. Ora è una questione legale e noi abbiamo fede nel sistema giudiziario". Di tutt'altro parere il Ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, che definisce "scandalosa" la decisione del Cpi di procedere ad una verifica e avverte che Israele agirà "nella sfera internazionale per ottenere lo smantellamento [della Corte penale internazionale], che rappresenta l'ipocrisia e mette le ali al terrore".

L'Autorità Nazionale Palestinese aveva presentato domanda di adesione allo Statuto di Roma lo scorso 31 dicembre e una settimana dopo, il 7 gennaio, Ban Ki-moon, segretario dell'Onu, ha confermato l'ingresso della Palestina nel Cpi a partire da aprile. Insieme alla richiesta di adesione, il presidente della Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha presentato il documento con cui la procura veniva autorizzata ad aprire una procedura di verifica su possibili crimini di guerra commessi in seguito all'avanzata dell'esercito israeliano a partire dal 13 giugno del 2014.

La Procura tuttavia ha ricordato che "lo statuto di Roma non impone alcuna scadenza per prendere una decisione relativa a un esame preliminare" e che attualmente la stessa procedura è aperta per altri stati, quali Afghanistan, Colombia, Georgia, Guinea, Honduras, Iraq, Nigeria e Ucraina. Inoltre, nonostante la documentazione sia stata presentata dalla delegazione palestinese e testimoni eventuali violazioni dei diritti da parte dell'esercito israeliano, la procura potrebbe riscontrare violazioni anche da parte palestinese. Ma per Riyad al-Maliki, ministro degli esteri palestinese, non ci sono dubbi: "nessuno stato o individuo può fermare ciò che abbiamo messo in moto, e alla fine alla verifica seguirà un'inchiesta vera e propria".

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