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Corte europea condanna l’Italia: “Violato diritto coppia gay a non essere discriminata”

La Cedu ha inoltre imposto ventimila euro a titolo di risarcimento per i danni morali subiti.
A cura di Charlotte Matteini
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La legislazione italiana non ha permesso il rilascio della carta di soggiorno per ricongiungimento familiare a un cittadino neozelandese che aveva richiesto l'attivazione della procedura per poter vivere in Italia con il proprio compagno,il signor Taddeucci, cittadino italiano, con cui aveva una relazione incominciata nel 1999. La richiesta è stata presentata dal cittadino neozelandese in seguito all'intervenuta scadenza del visto per motivi di studio, ma è stata rigettata dal capo della polizia di Livorno il 18 ottobre del 2004.

Ricorsi alla Corte europea dei diritti dell'uomo per far valere le proprie ragioni, oggi la Cedu ha emanato una sentenza di condanna nei confronti dell'Italia perché sarebbero stati violati i diritti della coppia, in particolare il diritto a non essere discriminata sancito dall'articolo 8 della Convenzione dei diritti dell'Uomo . I giudici di Strasburgo hanno inoltre condannato l'Italia a risarcire i due ricorrenti per i danni morali provocati dal rifiuto della concessione del permesso di soggiorno, quantificati in 20.000 euro totali. La sentenza diventerà definitiva entro tre mesi, se le parti non ricorreranno in appello.

Non è la prima condanna europea che l'Italia subisce per questo motivo. Nel luglio dello scorso anno, prima dell'approvazione della Legge Cirinnà, la Cedu ha condannato il Belpaese per la violazione dell'articolo 8 della Convenzione dei diritti umani: "La corte ha considerato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile e che dunque un'unione civile o una partnership registrata sarebbe il modo più adeguato per riconoscere legalmente le coppie dello stesso sesso".

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