Corte di Strasburgo avvia esame su ricorso di Berlusconi contro incandidabilità

Berlusconi contesta all'Italia l'applicazione retroattiva della legge Severino, provocando la sua incadidabilità e si rivolge alla Corte europea dei diritti umani, la quale ha avviato in via preliminare il ricorso. I giudici adesso dovranno pronunciarsi sulla sua ammissibilità e in seguito sul merito. Il governo italiano dovrà esporre le sue ragioni e produrre le sue prove. L'ex premier l'ha già fatto, con il ricorso 58428/13, in cui contesta che l'applicazione della legge Severino avrebbe violato l’articolo 7 della Convenzione europea per i diritti umani (Cedu) e il principio di "nulla poena sine lege".

L'incandidabilità, insomma, sarebbe stata dovuta a una condanna per fatti avvenuti prima dell'entrata in vigore della legge in questione. Berlusconi contesta anche la violazione da parte dell'Italia dell'articolo 3 del protocollo 1 della Cedu, che sancisce il diritto a libere elezioni, perché ha dovuto interrompere il mandato per cui era stato eletto, e la lesione del suo diritto a un ricorso effettivo contro la decisione presa nei suoi confronti, sancito dall’articolo 13 della Carta.

Quello che Strasburgo chiede all'Italia sono informazioni per valutare se la decisione del Parlamento di interrompere il mandato di Berlusconi sia o meno una sanzione penale – essenziale per riscontrare violazione dell'articolo 7 – e se la procedura di interruzione preveda sufficienti garanzie e possibilità di ricorso. Stando a quanto scrive La Stampa, per una risposta potrebbe volerci almeno un anno.