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Corte dei conti: “Spending review è stata un parziale insuccesso”

Per il presidente Squitieri “le difficoltà incontrate dagli interventi di ‘revisione della spesa’” sono imputabili anche a una “non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che catatterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio”.
A cura di Redazione
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Un "parziale insuccesso". Così ha definito i risultati raggiunti finora dalla spending review il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2016. "Il contributo al contenimento della spesa – ha aggiunto – non è più solo riconducibile a effettivi interventi di razionalizzazione e di efficientamento di strutture e servizi, quanto piuttosto a operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività". Squiteri ha sottolineato come dai tagli operati sia derivato un "progressivo offuscamento delle caratteristiche dei servizi che il cittadino può e deve aspettarsi dall'intervento pubblico cui è chiamato a contribuire". Per il presidente, il "parziale insuccesso, o comunque le difficoltà incontrate dagli interventi di ‘revisione della spesa'" sono imputabili anche a una "non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che catatterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio".

Per quanto riguarda le regioni, Squiteri ha spiegato che "al netto di quanto destinato alla spesa sanitaria, si evidenzia come il progressivo taglio delle risorse disponibili si sia tradotto in una modifica del rilievo delle funzioni svolte, con caratteristiche diverse tra regioni, e come ciò stia progressivamente portando a delineare particolari modelli territoriali e diversità di accesso dei cittadini ai servizi". Sui conti pubblici, infine, "i margini di flessibilità acquisiti in Europa sono interamente utilizzati nella manovra di finanza pubblica per il 2016. Così si mantiene il profilo discendente del deficit dei conti pubblici, che tuttavia assume una cadenza più rallentata, restando comunque al di sotto della soglia del 3%"

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