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Corruzione, sì del governo a pene più severe: fino a 10 anni di carcere

La Commissione Giustizia del Senato ha dato il via libera – nell’ambito della discussione sul ddl anticorruzione – all’inasprimento delle pene: si rischiano fino a 10 anni di carcere.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani dell'approvazione della Camera del disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati la Commissione Giustizia del Senato – che sta esaminando il ddl anticorruzione – ha dato il via libera all'aumento della pena per la cosiddetta "corruzione propria", innalzandola da 4/8 anni a 6/10 anni di carcere. In seguito all'approvazione dell'inasprimento delle pene la seduta in commissione è stata sospesa e il presidente Francesco Nitto Palma (Forza Italia) ha fatto notare come il Nuovo Centrodestra abbia rilevato che si rischia "l'irrazionalità dell'intero sistema sanzionatorio dei reati contenuti nel disegno di legge". Ciò vuol dire che se il testo del governo dovesse passare così come è stato approvato in commissione Giustizia, la pena per la corruzione diventerebbe, ad esempio, "più rilevante rispetto a quella per la corruzione in atti giudiziari". Nitto Palma ha aggiunto che "se il governo ci avesse pensato prima, senza pensare solo allo stop dell’aumento della pena da 6 a 10 anni, sarebbe stato meglio".

Sulla stessa lunghezza d'onda in senatore di FI Ciro Falanga: "L'emendamento ha reso squilibrato l'intero assetto sanzionatorio. Se l'obiettivo è quello di fare una buona legge, occorre una rivisitazione sistematica delle pene. Se al contrario, l'obiettivo è semplicemente licenziare il provvedimento ad una determinata ora, qualunque esso sia, ciò non può che vedere Forza Italia in posizione di energica opposizione".

Dal canto suo il Movimento 5 Stelle, attraverso il senatore Maurizio Buccarella, attacca Forza Italia accusandola di ostruzionismo: "Vengono sollevate questioni di difformità e irrazionalità nell’inasprimento delle pene per i reati di corruzione a fini ostruzionistici: questo ulteriore rallentamento dei lavori ha infatti l’effetto di voler ritardare ancora di più l’approvazione del disegno di legge".

Ovviamente di diverso avviso il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che su twitter ha manifestato la sua soddisfazione:

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