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Coppia morta in scontro frontale: “Omicidio-suicidio, lei si era rivolta a centro antiviolenza”

Cristiano Dipaolantonio avrebbe indirizzato volontariamente il proprio furgone nel quale viaggiava con la moglie contro il camion che procedeva nella direzione opposta. Tre le vittime dell’incidente avvenuto nella provincia di Pordenone lunedì scorso.
A cura di Susanna Picone
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La Procura della Repubblica di Pordenone ha aperto un fascicolo di inchiesta per omicidio volontario in relazione allo schianto avvenuto lunedì scorso in cui hanno perso la vita tre persone lungo la Cimpello-Sequals a San Giorgio della Richinvelda. Alla luce delle ultima novità emerse appare probabile che l’uomo alla guida del furgone abbia cercato volontariamente lo schianto. Cristiano Dipaolantonio, commerciante di quarantacinque anni di Cordenons, avrebbe cioè indirizzato volontariamente il proprio veicolo nel quale viaggiava con la moglie Jamir Temjenlelmla, trentasette anni, contro il camion che procedeva nella direzione opposta. Marito e moglie più l’autista del camion, il cinquantunenne di Cessalto (Treviso) Florindo Carrer, sono morti.

Due incidenti in due giorni per la coppia di Cordenons

Gli inquirenti avevano avuto dei sospetti da subito, non solo per la dinamica dell'incidente mortale avvenuto lunedì (i rilievi hanno stabilito con certezza che il furgone della coppia ha invaso la corsia opposta e ha centrato in pieno il camion che procedeva nell'altra direzione e che ha tentato in ogni modo, purtroppo non riuscendo, di evitare lo scontro), ma anche perché era emerso che appena ventiquattro ore prima dello schianto fra il furgone e il tir la stessa coppia era rimasta coinvolta in un altro incidente. Con il marito sempre alla guida, domenica pomeriggio nel Trevigiano la donna aveva riportato alcuni traumi che l’avevano costretta a trascorrere la notte in ospedale. Nella mattinata di lunedì il marito era andato a prenderla con il furgone, dal momento che l'auto era inutilizzabile, e dopo appena poche ore c’è stato lo scontro fatale.

Lei si era rivolta a centro antiviolenza, lui minacciava gesti estremi

Inoltre in queste ultime ore è emerso che la donna si era rivolta a una associazione antiviolenza di Pordenone per chiedere aiuto. A quanto pare stava vivendo una situazione familiare particolarmente difficile al punto che aveva anche sporto formale denuncia alla Polizia. Lo stesso marito sembra avesse minacciato di farla finita ipotizzando un gesto di disperazione che potesse coinvolgere anche la moglie e le figlie. Quella registrata in Friuli appare per il momento una vicenda drammaticamente simile a quella recente di Gambellara (Vicenza) dove il 9 marzo scorso una coppia di coniugi è morta in uno schianto, che la Procura presume sia stato volontario, contro un tir. Anche in quel caso marito e moglie si stavano separando.

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