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“Contro il terrore no a barriere in cemento ma alberi”, la proposta di Boeri

L’idea dell’architetto Stefano Boeri: “Un albero – diversamente da un New Jersey – non solo ci protegge, ma ci fa ombra, assorbe con le foglie i veleni dell’aria urbana, ospita la vita degli insetti e degli uccelli. In una parola, accoglie e protegge quella vita che i terroristi vogliono annientare”
A cura di Antonio Palma
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In seguito all'attentato di Barcellona dove un furgone si è scagliato a folle velocità sui passanti sulla Rambla facendo una strage, e dopo i precedenti di Nizza, Londra a Berlino, in tutto il mondo si pensa a rafforzare le misure di sicurezza in aree turistiche e pedonali attraverso barriere che impediscano l'accesso a tir e furgoni. Sempre più spesso infatti si sente parlare di barriere nei punti nevralgici delle città e in alcune zone si è passati già all'azione, anche in Italia. Una pratica che però snatura per ovvi motivi alcune aree storiche, per questo Stefano Boeri, l'architetto del noto Bosco Verticale milanese, ha lanciato una sua proposta alternativa contro i terroristi: niente orribili barriere di cemento ma la loro posto querce e alberi.

"I terroristi vogliono rinchiuderci nelle nostre case; sperando di costringerci a rinunciare a vivere i luoghi collettivi e gli spazi pubblici delle nostre città. Bene, io credo che alla loro follia disperata – oltre che con gli strumenti fondamentali della prevenzione e del controllo – dovremmo rispondere anche con un uso accurato della bellezza naturale e del suo valore simbolico" ha scritto su Facebook Boeri, aggiungendo: "Invece che snaturare gli spazi più vitali e aperti delle nostre città riempiendoli di barriere in calcestruzzo e dispositivi di sicurezza modulari in plastica (o semplici fioriere), dovremmo contrapporre all’istinto di morte di queste belve umane la calma presenza delle piante – e in particolare delle querce".

"Invito Sindaci e ai Prefetti delle città europee a chiamare creativi, designer, architetti, uffici tecnici, studenti, artisti a progettare dei grandi vasi- all'occorrenza riposizionabili – ciascuno ospitante un albero. Collocati agli ingressi di ogni piazza o spazio pubblico urbano, i vasi di diversa dimensione (quello standard potrebbe essere cilindrico, alto 1 metro e di diametro di 3 metri) saranno pieni della terra necessaria a ospitare le radici, il fusto e i rami di un grande albero, in modo da proteggere il passaggio dei pedoni e ridurre al minimo il rischio di omicidi di massa" ha spiegato l'architetto, concludendo: "Con un piccolo investimento, distribuendo accuratamente le piante negli spazi più vitali e aperti delle nostre città, possiamo temporaneamente trasformare i nostri luoghi più cari in radure e boschi. Ben sapendo che un albero – diversamente da un New Jersey- non solo ci protegge, ma ci fa ombra, assorbe con le foglie i veleni dell’aria urbana, ospita la vita degli insetti e degli uccelli. In una parola, accoglie e protegge quella vita che i terroristi vogliono annientare"

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