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Consulenti del lavoro: “Entro il 2015 1,5milioni di nuovi contratti”

Secondo i Consulenti del Lavoro il merito delle nuove attivazioni va alla decontribuzione: solo il 13%, tuttavia, rappresentano nuovi posti di lavoro.
A cura di D. F.
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Più di un milione di nuove attivazioni di contratti di lavoro grazie alla decontribuzione dei nuovi contratti stabili, con le aziende che potranno risparmiare oltre 8mila euro di versamenti. Lo rendono noto i "Consulenti del lavoro", specificando che tuttavia solo il 13% delle nuove attivazioni corrisponderanno effettivamente a nuovi posti di lavoro, mentre gli altri rappresenteranno la stabilizzazione dei precari. I dati sono stati forniti da Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi, e Marina Calderone, Presidente nazionale dei Consulenti del Lavoro: i due hanno avvisato anche che il costo della decontribuzione dovrebbe essere più alto di quasi 3 miliardi di euro rispetto alle risorse stanziate nella Legge di Stabilità.

"Nel primo bimestre 2015 – sostiene il report – i dati del Ministero del Lavoro hanno certificato che sono stati stipulati 303.124 contratti agevolati (di cui 278mila contratti agevolati di stabilizzazione, pari al 92%), con un costo di esonero contributivo per quest’anno di 1,250 miliardi di euro". Secondo i Consulenti del Lavoro "nel periodo marzo-dicembre 2015 saranno stipulati 569mila contratti agevolati (senza stabilizzazioni) e a fine 2015 potrebbero contarsi complessivamente 1.150.124 contratti agevolati (di cui l’87% stabilizzazioni e appena il 13% nuove assunzioni) con un costo di esonero contributivo pari a 4,74 miliardi, a fronte di uno stanziamento complessivo della misura di 1,8 miliardi. Secondo questa stima, dunque, a fine anno si verrebbe a determinare una scopertura finanziaria di 2,94 miliardi". Marina Calderone ricorda: "Dai dati ufficiali disponibili ad oggi sembra che l’insieme degli sgravi previsti dalla Legge di stabilità e del Jobs Act abbiano avuto come effetto in Italia un saldo positivo – fra assunzioni e licenziamenti – di 149 mila posti di lavoro in più, ma di questi solo 40 mila riguardano soggetti disoccupati, mentre per tutti gli altri si tratta della conversione a tempo indeterminato di rapporti a tempo determinato, di associazioni in partecipazione o di contratti di collaborazione".

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