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Consip e Banca Etruria, Orfini: “In corso un attacco alla democrazia, l’obiettivo è colpire il Pd”

In un’intervista concessa da Matteo Orfini all’Huffington Post, il presidente del Pd sostiene sia in atto un complotto contro il primo partito del Paese, “un attacco alla democrazia” orchestrato allo scopo di destabilizzare il Partito Demoratico.
A cura di Charlotte Matteini
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Per il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, sarebbe in corso un attacco contro il principale partito del Paese, una sorta di complotto ai danni del Pd. In una lunga intervista concessa da Orfini al quotidiano online Huffington Post, il presidente del Pd commenta il caso Consip e il caso Banca Etruria fornendo una sua personale interpretazione dei fatti, criticando soprattutto ciò che comunemente viene definita "gogna mediatica", ma sottolineando che nel corso delle ultime settimane questi attacchi serrati farebbero in realtà parte di un piano congegnato per destabilizzare il Partito Democratico, piano che Orfini definisce senza troppi giro di parole "un attacco alla democrazia".

Presidente Orfini, su questa storia dell'intercettazione di Renzi col papà, vi siete messi a parlare come i berlusconiani. Ma dove sarebbe la gogna mediatica?

Io credo sia un errore parlare di gogna mediatica, perché qui c'è qualcosa di più profondo dell'aggressione al Pd e al suo segretario. Qui c'è qualcosa che riguarda il funzionamento della democrazia italiana e che dovrebbe allarmare tutti quanti.

Un attacco alla democrazia?

Sì è un attacco.

Quell'intercettazione è dunque un atto eversivo?

Si ricorda quando qualche mese fa parlammo della vicenda Consip? Era il tempo in cui autorevoli commentatori ci chiedevano di rimandare il congresso del Pd. Si ricorda le mozioni di sfiducia ai nostri ministri? E i saltimbanchi di varia natura che venivano intervistati per accusaci?

Proseguendo, Matteo Orfini spiega per quale motivo è propenso a pensare al complotto: "Quell'intervista fu oggetto di varie ironie. Il ministro della Giustizia, forse distratto dalla battaglia congressuale, parlò di auto-complotto. Ma stiamo ai fatti. Prima un'intercettazione manipolata da chi doveva trascriverla, con l'apparente finalità di danneggiare l'ex presidente del Consiglio, poi accusatori che raccontavano di inesistenti cene del padre di Renzi smentiti dai fatti. Quello che era stato dato per certo semplicemente era falso. A proposito dove è finito Alfredo Mazzei, autorevole esponente della fondazione Mezzogiorno Europa, onnipresente in quei giorni? Però, veniamo a oggi, sempre con i fatti: un'intercettazione illegalmente giunta a un giornalista, discutibile nella sua stessa esistenza, visto che ad essere intercettato era il padre di Renzi indagato per un reato per cui non è previsto l'uso delle intercettazioni. E tutto questo con l'unico apparente obiettivo di colpire il principale partito del paese", rincara Orfini.

Un salto di qualità del complotto, dice lei.

Per fortuna oggi di tutto questo si occupa una procura seria, Roma, che verificherà puntualmente le responsabilità.

Chiede di mandare gli ispettori del ministero a Napoli?

Mi pare del tutto evidente che siamo di fronte a una modalità di interpretare il codice penale piuttosto originale. Io credo che i magistrati debbano indagare seriamente, e lo dico soprattutto quando riguarda il mio partito.

Non si direbbe.

Sbaglia. Quando una persona seria come Pignatone ha aperto l'inchiesta Mafia Capitale, che non pochi effetti ha avuto sul mio partito, non solo ho riconosciuto la fondatezza e la bontà di quell'impianto investigativo che pure molti provano a mettere in discussione, ma nel farlo non ho avuto tentennamenti anche se questo avrebbe prodotto un danno elettorale.

Dunque, gli ispettori in una procura che lei considera meno seria?

Questo lo deciderà il ministro. Ma io la domanda la giro ai magistrati. Quello che è accaduto a Napoli, per il Csm è normale? Oppure dobbiamo rassegnarci che tutti i magistrati italiani pensino come Davigo che non esistono innocenti ma solo criminali che l'hanno scampata? Tesi, segnalo, incompatibile con la nostra Costituzione e con lo Stato di diritto.

Parlando di intercettazioni e replicando a una domanda del cronista di HuffPost che ha paragonato le dichiarazioni di Orfini alle "antiche suggestioni berlusconiane", il presidente del Partito Democratico spiega: "Io non ritengo indispensabile cambiare le norme sulle intercettazioni, perché sono uno strumento investigativo indispensabile, però questa posizione regge solo se nel mondo dell'informazione c'è un'assunzione di responsabilità. C'è un direttore in questo paese capace di rifiutarsi di pubblicare spazzatura e di riempire le pagine del suo giornale con commenti alla spazzatura? Le pare possibile di fronte a questo torbido cortocircuito pur di non approfondire quel che sta accadendo il principale giornale del paese intervisti la nonna di Renzi? È giornalismo o siamo all'Isola dei Famosi in cui si intervistano i parenti dei protagonisti?", si chiede Orfini.

Siccome le notizie si pubblicano, e le assicuro non tutti lo fanno in questo paese, che fate? Mettete mano alle intercettazioni, non sulla parte che riguarda le indagini, ma sulla loro pubblicabilità?

Mi permetta di nutrire qualche dubbio sul fatto che le pubblichiate con un lodevole senso di colpa. Ciò detto, su questo tema abbiamo parole chiare. Condivideremo col mondo dell'informazione. Ma a questo punto chiediamo ai direttori, invece di mettersi il bavaglio, di provare a distinguere le notizie dalla spazzatura.

Abbia pazienza, Orfini. Lei se la prende con i magistrati e con i giornalisti che pubblicano. Ma, le chiedo: questa intercettazione fa emergere, se ce ne fosse stato bisogno, un certo attivismo del padre dell'ex premier. Non si capisce dove incontrò Romeo, se in una bettola o in un bar, non si capisce cosa avesse detto a Lotti in precedenti occasioni. Si capisce che, con il figlio a palazzo Chigi, non si comporta come la moglie di Cesare.

Quello che emerge è che una procura della Repubblica dispone di una intercettazione, poi quella intercettazione illegalmente finisce a un giornalista che la pubblica pur essendo penalmente irrilevante, con il solo obiettivo di attaccare chi democraticamente rappresenta una parte del paese. La notizia è questa, caro De Angelis, e penso che se avete a cuore la democrazia in questo paese dovreste interrogarvi su questo. E non sul contenuto irrilevante. Altrimenti c'è un problema anche tra voi. Ma sono certo che non lo farete.

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