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Coniugi uccisi a Ferrara, i genitori del killer 17enne: “Rovinato dai videogiochi”

I genitori del ragazzo accusato di aver ucciso i coniugi Vincelli su mandato del figlio sedicenne della coppia hanno detto che il 17enne non riusciva a staccarsi dai videogiochi: “Non cerco scusanti, ma se penso a quello che può avergli fatto male dico quella robaccia”.
A cura di Susanna Picone
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Dicono di non voler trovare scusanti per quello che ha fatto il figlio, ma che se devono pensare a qualcosa che può davvero “avergli fatto male” non riescono a non pensare a “questa robaccia”. Parlano dei videogiochi i genitori del ragazzo di diciassette anni accusato di aver ucciso i coniugi Salvatore e Nunzia Vincelli nel Ferrarese. Il diciassettenne, secondo l’accusa, il 10 gennaio scorso avrebbe compiuto il massacro di Pontelangorino su mandato del figlio sedicenne della coppia. I videogiochi, secondo i suoi genitori, avrebbero in qualche modo “rovinato” il ragazzo. Lo hanno dichiarato loro stessi al settimanale Oggi, che nel numero in edicola domani mostra la coppia nella stanza del figlio davanti a una pila di videogiochi. “Non voglio trovare scusanti per quello che ha fatto”, ha chiarito il padre del ragazzo, “ma se penso a quello che davvero può avergli fatto male, dico che è stata questa robaccia”. “Non riusciva a staccarsi. Era dentro il gioco e non riusciva più a venirne fuori. I pomeriggi interi. Le notti. Ho sbagliato a lasciarlo fare, dovevo buttargli via tutto”, ha aggiunto l’uomo.

Il diciassettenne resta in carcere – Secondo il racconto della madre, il figlio “si collegava con altre persone, giocava con loro, discutevano per battere gli avversari”. “Mi alzavo gli chiedevo di smettere. Ma non ascoltava, era nel suo mondo”, ha aggiunto la donna che ha detto anche che di notte sentiva urlare il giovane. E ancora il padre nell’intervista: “Ci vorrà tanto tempo ma un giorno tornerà e noi saremo qui ad aspettarlo”. Attualmente il diciassettenne ferrarese è rinchiuso, come anche il suo amico sedicenne figlio delle vittime, in una struttura carceraria minorile: i giudici del Tribunale del Riesame dei Minorenni di Bologna hanno respinto le richieste della difesa di scarcerazione e affidamento a una comunità. In udienza il presunto esecutore materiale dei delitti aveva ribadito il proprio pentimento per quanto compiuto.

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