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Coniugi uccisi a Ferrara: “Il figlio ha pagato l’amico: 100 euro subito, poi altri mille”

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, trovati morti nella loro villetta di Pontelangorino. Il figlio sedicenne, fermato insieme a un amico, avrebbe fatto trovato l’arma dei delitti. Si tratta di un’ascia.
A cura di Susanna Picone
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Svolta nel duplice omicidio di Pontelangorino, paesino nel Ferrarese dove ieri sono stati trovati morti un uomo e una donna, marito e moglie. Nella notte il figlio della coppia, un ragazzo di sedici anni, e un suo amico sono stati portati alla caserma di Comacchio per un lungo interrogatorio. I due ragazzi sono stati poi fermati. Il provvedimento è scattato dopo gli interrogatori durati tutta la notte alla presenza del pm Tittaferrante della procura di Ferrara e della collega Marzocchi della procura minorile. Da quanto si apprende, le misure nei confronti dei due giovani sono scattate dopo che erano emerse contraddizioni e incongruenze nei loro racconti. A dare l’allarme era stato proprio il sedicenne, che dopo aver trovato i genitori morti in casa aveva chiamato in lacrime vicini e carabinieri. L'altro giovane fermato, un ragazzo ancora minorenne che compirà 18 anni a novembre, sarebbe l'amico da cui il figlio delle vittime aveva dormito la notte precedente. Da quanto è emerso, i sospetti si erano concentrati subito sui due giovani.

I coniugi massacrati e avvolti in sacchi di plastica

Le vittime sono Salvatore Vincelli, 59 anni, e la moglie Nunzia Di Gianni, 45 anni,  titolari del ristorante "La Greppia" di San Giuseppe di Comacchio. Marito e moglie sarebbero stati massacrati nella loro villetta a colpi in testa e poi avvolti in sacchi di plastica. I corpi sarebbero stati trovati in due punti diversi: l’uomo in garage e la moglie in cucina. “È un avvenimento che ha sconvolto tutta la comunità”, ha commentato il delitto il sindaco di Codigoro, Alice Zanardi. Nella casa della coppia non sarebbero stati trovati segni di effrazioni o forzature alla porta, né ammanchi di soldi. La coppia aveva due figli, il sedicenne ora in stato di fermo e un altro più grande che studia e vive a Torino.

Il figlio ha fatto trovare l’arma del delitto

È stata trovata l'arma usata per compiere il duplice omicidio. Da quanto si apprende, sono stati gli interrogatori del figlio e dell'amico a portare i carabinieri al luogo dove recuperare l'ascia con cui sono stati massacrati i coniugi e i vestiti sporchi di sangue dei due ragazzi. Erano in un corso d'acqua a Caprile, frazione adiacente a Pontelangorino, dove fino a qualche mese fa la famiglia Vincelli abitava e dove vive il presunto complice.

Movente nei forti contrasti, forse per i brutti voti del ragazzo

Il movente del duplice omicidio non sarebbe economico, ma dettato dai forti contrasti tra il minorenne e i genitori, forse per dei brutti voti a scuola del sedicenne. L'amico lo avrebbe aiutato per “vicinanza”. La plastica sarebbe stata usata per non lasciare tracce di sangue durante lo spostamento dei corpi, probabilmente per confondere le acque e inscenare una rapina. I due ragazzi hanno confessato. A entrambi è stata contestata anche l'aggravante della premeditazione.

"Il figlio ha pagato l'amico"

Il 16enne avrebbe pagato l'amico fermato con lui per compiere il duplice omicidio. E' la voce che trapelata dalla conferenza stampa in Procura. Ci sarebbe stato un accordo tra i due giovani: cento euro subito, mille a delitto compiuto. Il movente del mandante invece non sarebbe ancora chiaro. "Al momento non sembra essere quello economico", ha detto il procuratore della Repubblica di Ferrara, Bruno Chechi.

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