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Confcommercio: rischio aumenti tasse per 72 miliardi in tre anni

Se scattassero le clausole di salvaguardia contenute nella legge di Stabilità, le imposte aumenterebbero di 72,7 miliardi tra 2015-2018. Tra il 2011 e il 2014 gli italiani hanno già pagato il 115% di tasse sulla casa in più, con un conto vicino ai 32 miliardi di euro. I numeri nell’analisi di Confcommercio.
A cura di Biagio Chiariello
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Nuova stangata fiscale sugli italiani. Le clausole di salvaguardia e le altre misure fiscali introdotte dalla legge di stabilità 2015 rischiano di portare a maggiori imposte cumulate per oltre 72,8 miliardi tra il 2015 e il 2018. Lo sottolinea l'ufficio studi di Confcommercio. Secondo i commercianti, in particolare, 728 milioni di euro di nuovi balzelli per il periodo considerato dovrebbero derivare dall'estensione della reverse charge alla grande distribuzione per un totale di 2,9 miliardi di euro, mentre oltre 69 miliardi dall'attivazione delle clausole di salvaguardia tra il 2016 e il 2018. Da split payment e incremento dell'accisa sui tabacchi ci saranno aumenti di gettito per lo stato per 7,8 miliardi tra il 2015 e il 2018.

Non è tutto. Dallo studio di Confcommercio emerge anche che le tasse locali sono più che raddoppiate in 10 anni passando dal 2,9% del Pil al 6,5%. Solo tra il 2011 e il 2014 gli italiani hanno pagato 31,88 miliardi di tasse sugli immobili (+115,4%). La cifra si legge nel rapporto su finanza pubblica e tasse locali e non è destinata a scendere nel 2015. . “Una crescita – ha spiegato il direttore dell'Ufficio studi della confederazione Mariano Bella – dovuta al taglio dei trasferimenti e cui non ha corrisposto una analoga riduzione della pressione dal centro. Con la conseguenza di aumentare la pressione fiscale complessiva”.

Nonostante i dati presentati il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli vede rosa. "Con meno tasse e meno spesa improduttiva potremmo ricordare il 2015 come l'anno della ripresa". "Registriamo segnali di risveglio economico che non autorizzano a facili ottimismi, comunque, si evidenzia una inversione di tendenza, – ha spiegato Sangalli – che però deve essere supportata con politiche di sostegno della domanda interna partendo dall'abbassamento della pressione fiscale per famiglie e imprese".

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