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Concordia, Schettino si difende in video: “Falso abbia abbandonato nave, posso dimostrarlo”

L’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, condannato a 16 anni per il naufragio all’Isola del Giglio, si difende con un video intitolato “L’onore del marinaio”. Una difesa per ribadire, come già detto più volte, di non avere abbandonato la sua nave.
A cura di Susanna Picone
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L’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino ha affidato a un lungo video pubblicato in rete la sua verità sul naufragio della Costa Concordia, la nave da crociera che il 13 gennaio del 2012 affondò al largo dell’Isola del Giglio provocando la morte di trentadue persone. Schettino è stato condannato a sedici anni di carcere in primo e secondo grado ed è in attesa del verdetto della Cassazione. Da parte sua, Schettino si è sempre difeso respingendo ad esempio la pesante accusa di aver abbandonato la nave quando a bordo c'erano ancora delle persone. Ed è tornato a difendersi anche in questo video apparso nelle ultime ore su YouTube e intitolato “L’onore del marinaio”. Oltre diciassette minuti durante i quali, attraverso una serie di documenti acquisiti durante i processi di primo e secondo grado e testimonianze di alcuni viaggiatori, l’ex comandante della Costa Concordia spiega le sue ragioni raccontando, appunto, la sua verità sulla tragedia del 13 gennaio 2012.

"Sono saltato all'ultimo istante" – Nel video Schettino ha spiegato che avrebbe abbandonato la nave per tentare di disincagliare l’ultima scialuppa sulla quale si stava abbattendo la Concordia. L’ex comandante ha detto anche di essere rimasto sulla scogliera a coordinare i soccorsi, secondo le indicazioni del comando generale delle capitanerie di porto di Roma. “È falso che io abbia abbandonato la nave. Sono saltato all'ultimo istante”, ripete Schettino affermando di essere “in grado di provare quello che dico”. “Quando ho capito che la nave stava per rovesciarsi e abbattersi sull'ultima scialuppa che era rimasta incastrata – spiega ancora Schettino nel video – sono saltato sulla scialuppa per salvarne gli occupanti”. In merito alla celebre telefonata del comandante Gregorio De Falco in cui gli ordinava di risalire a bordo, la “biscaggina” indicata dall'ufficiale non sarebbe stata agibile perché era già sott'acqua.

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