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Comunali 2016, il Governo conferma: si voterà solo domenica 5 giugno

Le date per le comunali restano invariate: si voterà il 5 giugno con gli eventuali ballottaggi fissati per il 19.
A cura di Redazione
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Il governo Renzi chiede la fiducia al Senato

Ore 18:05 – Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha smentito la possibilità di votare anche nella giornata di lunedì, dunque resta confermata la data del 5 giugno per il primo turno e del 19 per il ballottaggio delle Comunali 2016.

Il voto delle prossime elezioni amministrative di giugno con ogni probabilità tornerà a essere su due giorni: domenica 5 e lunedì 6. Nel Consiglio del ministri di oggi, infatti, potrebbe essere presentato un decreto legge contenente questa prescrizione. Le date per le comunali diventerebbero quindi quattro: domenica 5 e lunedì 6 giugno, con gli eventuali ballottaggi il 19 e 20 giugno.

La notizia era stata anticipata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano, che aveva detto di voler proporre "al Governo di votare anche il lunedì sia il 6 che il 20 giugno. Spero che il Governo dica di sì". A questa affermazione Palazzo Chigi aveva subito fatto seguire risposta affermativa. Alfano aveva anche sostenuto che potesse essere "giusto che per il referendum di ottobre, che può realizzare la più grande riforma dopo la Costituente, si voti anche il lunedì".  Prima del Consiglio del ministri, comunque, è previsto un veritice Renzi-Alfano per valutare l'opportunità di allungare di un giorno le elezioni. Il nuovo decreto, comunque, sarebbe già pronto.

Contro questa possibilità si è espresso l'ex presidente del Consiglio, Enrico Letta. Fu lui, tra l'altro, a introdurre nel 2014 il voto in un giorno unico tra le misure della spending review. "Tornare indietro? Voto in due giorni? Costa 120 milioni e tutti votano in un giorno solo. Si eviti questo ulteriore sfregio", ha dichiarato in un post sul suo profilo Twitter.

Sui costi, come fa notare La Stampa, invece, stavolta l'Esecutivo tace:

Da parte del governo nessun accenno, almeno stavolta, ai costi aggiuntivi che verrebbero dalle due giornate supplementari, mentre in occasione del recente referendum sulle trivelle il presidente del Consiglio si era più volte intrattenuto sullo spreco di quella consultazione, da lui ritenuta inutile. La proposta del governo non è soltanto in controtendenza con precedenti enunciazioni, ma il cambio nella data delle elezioni a campagna elettorale in corso rappresenterebbe un precedente significativo e irrituale.

D'accordo con la proposta Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, che giudica "positivamente la possibilità di votare in due giorni tanto alle elezioni amministrative di giungo quanto al referendum costituzionale del prossimo ottobre". Ma aggiunge: "Peccato che questa incredibile retromarcia di Matteo Renzi sia del tutto strumentale e non sia fatta dal presidente del Consiglio per favorire la democrazia o la partecipazione, ma con il solo scopo, secondo lui, di portare acqua al suo mulino". Consenso è arrivato anche dal primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris, dal candidato sindaco del centrosinistra a Milano, Giuseppe Sala, dal governatore della Liguria Giovanni Toti (FI) e da quello della Lombardia, Roberto Maroni (Lega).  L'ultima volta che si è votato in due giornate è stato per le elezioni europee del 2014, dal pomeriggio di sabato 6 ì a tutta la giornata di domenica 7 giugno.

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