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Opinioni

Come funziona la legge elettorale del Movimento 5 Stelle

Grillo e Casaleggio aprono sulla discussione della loro proposta elettorale: ma di cosa si tratta? E che margini di manovra ci sono per un accordo?
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La notizia ha immediatamente catalizzato l'attenzione di analisti e commentatori politici, finendo per essere "il fatto del giorno": Grillo e Casaleggio "aprono" al Presidente del Consiglio sulla legge elettorale. Da più parti si è interpretata la mossa di Grillo come il primo riscontro evidente di quello "scongelamento" che prima Letta, poi altri (anche all'interno del Movimento), chiedevano ad una forza che al momento rappresenta oltre un quinto degli elettori italiani. In realtà l'enfasi con la quale è stato accolto il post pubblicato sul blog di Grillo è decisamente fuori luogo, almeno analizzando in cosa consisterebbe "l'apertura" grillina. "Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, allora batta un colpo e il M5S risponderà": insomma, si tratta di un confronto semplicemente sulla proposta elaborata in rete dagli iscritti al Movimento e con un esito "che dovrà in ogni caso essere ratificato" dal voto in Rete.

Non è, lo ripetiamo ancora una volta, una apertura alla riscrittura comune della legge elettorale (del resto, l'Italicum, benché parcheggiato in Commissione, è già passato in prima lettura in Parlamento), ma il tradizionale modus operandi 5 Stelle: questa è la nostra proposta, questi i nostri paletti, fateci sapere se ci state. In ogni caso, volendo immaginare un confronto, in streaming o meno, sul tema e ipotizzando che le noie dell'Italicum producano il persistere dello stallo in Parlamento di una legge che doveva essere approvata "in tempi rapidissimi", proviamo a vedere in cosa consiste appunto la proposta del Movimento 5 Stelle e quali potrebbero essere i punti di contatto con il Partito Democratico e la maggioranza di Governo.

La stesura della legge elettorale 5 Stelle è stata presentata alla Camera nella prima settimana di maggio ed è frutto di una serie di votazioni online sui "punti nodali" cui hanno partecipato gli iscritti certificati al blog di Grillo. I voti online hanno determinato la scelta del proporzionale, del collegio intermedio, dell'applicazione di correzioni al proporzionale, della specifica di tali correzioni,  della soglia di sbarramento del 5% e del voto di preferenza disgiunto.

La legge, si legge nel documento presentato alla Camera, "si pone in una prospettiva innovativa […] e si preoccupa di sciogliere il nodo fondamentale del rapporto tra l’esigenza di avere un Parlamento realmente rappresentativo e di favorire la governabilità del sistema disincentivando la frammentazione del panorama politico". La ratio che muove i promotori della legge è quella di cancellare il "falso assunto secondo il quale, in nome della governabilità, si debbano sacrificare altri obiettivi primari e indefettibili, quali la selezione degli eletti da parte dei cittadini e la possibilità per gli elettori di avere un reale rapporto con gli eletti durante il mandato parlamentare, in modo che i cittadini possano contribuire a indirizzare le scelte politiche fondamentali che passano attraverso il Parlamento". Il provvedimento dunque vuole in primo luogo ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, poi garantire la governabilità al Paese, disincentivando la frantumazione delle forze politiche, la loro disomogeneità interna e la creazione di coalizioni fittizie a meri fini elettorali.

L'impianto della legge è dunque proporzionale, con 42 circoscrizione su base pluri-provinciale che assegnano i seggi nel seguente modo: 1 seggio alla l Valle d’Aosta; 3 seggi al Molise; 13 circoscrizioni con un numero di seggi che va da 5 a 9; 19 circoscrizioni con un numero di seggi che va da 11 a 19; 6 circoscrizioni con un numero di seggi che va da 21 a 24; 3 circoscrizioni metropolitane (Milano con Monza-Brianza, Roma, Napoli) con un numero di seggi che vada 32 a 42. La scelta di evitare il collegio unico nazionale risponde all'esigenza di "evitare uno sradicamento della competizione nazionale dalle comunità territoriali". Lo sbarramento è del 5% su base circoscrizionale, in modo da garantire la rappresentanza ma allo stesso tempo di escludere partiti piccoli e piccolissimi, salvo quelli molto forti a livello regionale, e allo stesso tempo in modo da rafforzare le opposizioni e "scoraggiare fittizie e artificiose costrizioni bipolari".

Per quel che riguarda le preferenze, la legge elettorale del Movimento introduce la separazione in due schede del voto di preferenza dal voto di lista (panachage): in sostanza l'elettore può esprimere una o due preferenze anche a favore di candidati di liste diverse da quelle votate, ma può anche "penalizzare" la propria lista, cancellando un candidato che non gradisce. Insomma, la legge introduce le preferenze positive e negative: "Con il sistema proposto si premia la compattezza intrapartitica evitando un altro dei difetti delle preferenze tradizionali, giacché comportamenti eccentrici di alcuni candidati possono condurre ad attrarre preferenze ma allo stesso tempo anche preferenze negative".

Per quel che concerne il Senato, invece, si tratterebbe di impostare dei correttivi per salvaguardare la specificità dell'elezione su base regionale, dividendo in ripartizioni le regioni che assegnano almeno 15 seggi e distribuendo i seggi con la formula del "divisore corretto a livello regionale".

Da quanto descritto, emerge soprattutto l'assenza di un qualsivoglia premio di maggioranza (fondamentale nell'Italicum, diremmo quasi a dispetto delle indicazioni della Consulta), bocciato nella considerazione che "produce un risultato antidemocratico e autoritario, conducendo a una fittizia governabilità totalmente artificiale e quindi, paradossalmente, instabile e precaria". Mancano poi sbarramenti diversi per liste coalizzate o non coalizzate, centrali nella logica della legge impostata dall'asse Berlusconi – Renzi, mentre l'abolizione dell'esclusività del voto di lista non è coerente col meccanismo base dell'Italicum. C'è poi il divieto di candidature multiple e ci sono snellimenti per la procedura di consegna delle firme e di presentazione delle liste. Insomma, una cosa è certa: tra questa proposta e l'Italicum non c'è mediazione possibile. Ma questo lo vedremo anche in streaming, statene certi.

Ecco il testo completo:

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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