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Come cambierà la tassa sulla casa e cosa potrebbero pagare gli italiani

Al rientro dalla pausa estiva il Presidente del Consiglio renderà noto il “piano” per la revisione delle imposte sulla casa. E c’è già qualche anticipazione di un certo interesse…
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Come noto, con la prossima legge di stabilità il Governo cancellerà l’imposta sulla prima casa (la Tasi) e l’Imu sui terreni agricoli e sugli imbullonati (i macchinari di grandi dimensioni ancorati al suolo). Si tratta di un intervento che costerà circa 4 miliardi di euro e che di fatto dovrebbe portare ad un azzeramento della tassazione sulla prima casa (anche se bisognerà attendere il testo per capire se saranno esentate anche le case di lusso).

Il Governo però non ha intenzione di rinunciare alla ristrutturazione della tassazione sugli immobili, con l’annunciata local tax che dovrebbe accorpare in una unica imposta tutti i tributi comunali e, di fatto, sostituire Imu e Tasi. È chiaro che, come scrive Mario Sensini sul Corriere della Sera, la scelta di escludere la prima casa e i terreni agricoli, unita al rinvio della riforma del catasto, avrà come effetto principale il depotenziamento della nuova local tax e, dunque, non è chiaro come i Comuni copriranno il buco di bilancio determinato dai mancati introiti Imu – Tasi.

In ogni caso, spiega Sensini, “la Local Tax dovrebbe finire per assorbire l’Imu e ciò che resterà della Tasi, dopo l’abolizione del tributo sulla prima casa, con una radicale semplificazione della disciplina a beneficio dei contribuenti”. Le imposte comunali minori (Cosap, Tosap, Cimp, essenzialmente le tasse sull’occupazione delle aree pubbliche e quelle su pubblicità e affissioni) potrebbero essere accorpate in un unico canone, mentre dovrebbe restare come voce “singola” la Tari, dal momento che si tratta sostanzialmente di una “tariffa” che non può essere accorpata ad una imposta come la Local Tax. Insomma, tutto considerato il piano per la semplificazioni potrebbe determinare la riduzione delle tasse comunali a 3 grandi voci: Local Tax, Tari e un canone per le imposte “minori”. Chiaramente bisognerà attendere la rideterminazione delle tariffe per avere un'idea dei risparmi per i singoli contribuenti, ma è chiaro che l'alleggerimento maggiore sarà per chi possiede una sola casa di proprietà e non ha usufruito di cospicue detrazioni per gli anni passati.

Ovviamente resta il problema di fondo dei valori catastali di riferimento:

Nessuna decisione è stata presa, ma Palazzo Chigi, che aveva depennato la riforma qualche mese fa temendo fosse percepita come un aumento delle tasse, è ancora molto freddo sulla questione. E senza la riforma del catasto, che ha per giunta bisogno di qualche anno per entrare a regime, è difficile immaginare un assetto definitivo della fiscalità immobiliare, ingarbugliata da centinaia di interventi normativi.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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