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Colpo di scena: il processo Ruby bis a Emilio Fede e Nicole Minetti è da rifare

Lo ha deciso la terza sezione penale della Cassazione. Accolti i ricorsi dell’ex direttore del Tg4 e della ex consigliera regionale: cancellate le condanne di 4 e 3 anni. Tra una trentina di giorni le motivazioni della decisione dei giudici.
A cura di Biagio Chiariello
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Il processo Ruby bis a carico di Emilio Fede e Nicole Minetti è da rifare. E’ quanto ha stabilito la Corte di Cassazione al termine di una camera di consiglio, accogliendo così le richieste dell'ex direttore del Tg4 e della ex consigliere regionale lombarda, entrambi accusati di favoreggiamento della prostituzione minorile di Karima El Mahroug, la giovane marocchina che a soli 17 anni frequentava i festini di Arcore, per allietare le serate hot dell’allora premier Silvio Berlusconi. I giudici hanno invece dichiarato “inammissibile” il ricorso presentato dalla Procura che chiedeva un inasprimento delle pena inflitta a Fede (in Appello 4 anni e 3 mesi, mentre per la MInetti la condanna fu di 3 anni).  Respinte dunque anche le richieste del procuratore generale della Cassazione Ciro Angelillis, che nella sua requisitoria aveva chiesto al collegio di confermare la condanna alla Minetti e di annullare con rinvio quella a Fede, ma solo "limitatamente all'esclusione del reato di prostituzione minorile" per la rideterminazione di una pena più alta.

Il verdetto della Terza sezione penale della Cassazione sembra aver accolto la tesi delle difese di Fede e Minetti. L’avvocato Maurizio Paniz (ex parlamentare Pdl), che ha difeso l’ex direttore del Tg4, nella sua arringa, ha ribadito che “non c’è alcuna prova, nemmeno nelle intercettazioni delle ‘Olgettine’, che coinvolga Fede nell’accusa di favoreggiamento: lui e Mora procacciavano le ragazze per le cene di Arcore, e Fede si limitava solo ad invitarle”. Ma l’invito a partecipare a una cena, ha argomentato Paniz, “non può essere considerato favoreggiamento”. Ora ci vorranno almeno 30 giorni per conoscere le motivazioni che hanno portato i supremi giudici ad annullare le condanne e a riaprire il dibattimento davanti a un'altra Sezione della Corte di Appello di Milano.

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