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Colpo al clan Messina Denaro: 30 arresti, tra cui 5 familiari del superlatitante

Le accuse nei confronti degli indagati sono di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, intestazione fittizia di beni ed estorsione. Agli arresti anche la sorella del boss, considerato l’erede di Riina e Provenzano.
A cura di B. C.
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E' un duro colpo quello che la polizia di Stato, i carabinieri, la guardia di finanza e la Dia hanno sferrato stamattina al boss mafioso Matteo Messina Denaro in un’operazione congiunta che ha portato all'arresto di cinque dei suoi familiari, tra i quali una sorella del latitante. Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Palermo, riguardano in particolare le famiglie mafiose di Castelvetrano e Campobello di Mazara. I reati contestati sono, tra gli altri, associazione mafiosa, voto di scambio, estorsione e intestazione fittizia di beni. Secondo gli inquirenti, gli indagati esercitavano da anni un controllo capillare e con modalità tipicamente legate a Cosa Nostra sulle attività economiche ed imprenditoriali della provincia di Trapani.

C'è da dire che in manette sono finite 30 persone, tra cui anche alcuni ‘insospettabili': a Palermo, ad esempio, due ingegneri del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, uno dei quali è figlio di un giudice. Secondo le accuse, avrebbero intascato tangenti per favorire una impresa legata alle cosche. Nei guai anche una vigilessa di Paderno Dugnano, nel Milanese, a cui un mafioso di Mazara avrebbe, temendo di essere pedinato, avrebbe chiesto di controllare le targhe ‘sospette'. Per quanto riguarda Anna Patrizia Messina Denaro, la sorella del superboss, considerato l'erede di Riina e Provenzano, ci sarebbe una intercettazione dalla quale emerge un'estorsione da 70mila euro. "Io qua sono, mi chiamo Messina Denaro e non mi rompe niente e nessuno", avrebbe detto la donna al telefono.

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