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Colombia, il chirurgo “angelo” che opera gratis le donne sfregiate dall’acido

Per le donne colombiane sfigurate dagli attacchi con l’acido il dottor Alan González è un “angelo”. Questo rinomato chirurgo plastico opera gratuitamente le vittime delle aggressioni per far ritornare il sorriso sui loro volti. In Colombia, si registrano circa 100 casi di attacchi con sostanze chimiche all’anno.
A cura di Mirko Bellis
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Il dottor González nella sua clinica con alcune pazienti vittime di aggressioni con l'acido (Foto AFP/ Raúl Arboleda)
Il dottor González nella sua clinica con alcune pazienti vittime di aggressioni con l'acido (Foto AFP/ Raúl Arboleda)

Alan González, un chirurgo plastico di 46 anni, è diventato l'eroe delle tantissime vittime delle aggressioni con l’acido in Colombia: dal 2010 ad oggi, nella sua clinica di Bogotá ha realizzato gratuitamente quasi 300 interventi chirurgici a 15 donne sfregiate dalle sostanze corrosive. “Quando si tolgono le bende e le vedo sorridere di nuovo provo un’emozione indescrivibile”, afferma González, uno degli specialisti in chirurgia plastica più riconosciuti in America Latina. “L’otto per cento di quello che guadagno – racconta il medico – serve per coprire tutte le spese necessarie ad operare in forma gratuita le pazienti vittime di aggressioni con l’acido”. “Quando una donna sfigurata viene nella mia clinica – continua – tutti i costi della degenza, dell’intervento per la ricostruzione facciale, dei trattamenti post-operatori e persino le spese per gli spostamenti sono a carico mio”. González, che si professa cattolico, collabora da anni con la fondazione Reconstruyendo Rostros, la prima organizzazione colombiana nata per aiutare le donne sopravvissute a questo tipo di aggressioni. “Le vittime di solito arrivano in clinica con una grave depressione – ha dichiarato il chirurgo in un'intervista alla rivista Semanahanno la faccia coperta, sono senza speranza e nessuna voglia di continuare a vivere. Ma con il passare del tempo cominciano a capire che esistono delle possibilità di recuperare il loro aspetto”.

L’angelo di Luz Nidia e Ángeles 

Ángeles Borda mostra la foto di com'era prima dell'aggressione (Foto Afp/Raúl Arboleda)
Ángeles Borda mostra la foto di com'era prima dell'aggressione (Foto Afp/Raúl Arboleda)

Dieci anni fa, dal ponteggio di un cantiere, qualcuno gettò dell’acido sul viso di Ángeles Borda. Il colpevole non fu mai trovato. Da allora, la donna lotta per riacquistare il volto che aveva prima dell’aggressione. “Mi sento imprigionata in questo corpo – confessa – vorrei vivere in modo diverso, senza dover ascoltare i commenti della gente sul mio aspetto fisico”. Ángeles, madre di tre figli, vende caramelle sugli autobus di Bogotá e, senza l’aiuto del dottor González, non potrebbe permettersi i costosi interventi di ricostruzione plastica. “Avevo solo due possibilità: rimanere rinchiusa e continuare a piangere o uscire e mostrare a tutti come sono. Quello che mi è successo è molto triste – aggiunge – però hanno bruciato il mio viso, non il mio cuore”.

Luz Nidia Mendoza è stata operata 25 volte; adesso spera di riacquistare la vista grazie ad un trapianto di cornea. “I miei figli erano piccoli quando è successo e da allora sento la loro voce, li tocco, ma non posso vederli", confessa la donna di 37 anni che, dopo l’aggressione avvenuta nel 2011 a Medellín, ha perso il lavoro. Proprio la presenza dei figli è stata la sua ragione di vita: “Mi hanno fatto capire quanto siano importanti. E’ per loro che sono ancora qui”. Luz Nidia, dopo il trapianto di cornea, dovrà sottoporsi ancora a diversi interventi per ricostruire guance, fronte, bocca e naso.

Per Ángeles, Luz Nidia e le altre pazienti, González è un “angelo”. “Gli dobbiamo moltissimo – afferma Luz Nidia – ci incoraggia, ci trasmette allegria”.

Il dramma delle aggressioni con l’acido in Colombia

Campagna contro la vendita di acido muriatico in Colombia (Foto Reconstruyendo Rostros)
Campagna contro la vendita di acido muriatico in Colombia (Foto Reconstruyendo Rostros)

“Sapevo che queste aggressioni succedevano in Pakistan, non avrei mai immaginato potesse accadere qui”, riconosce González. Gli assalti con l’acido rappresentano uno dei crimini contro le donne più diffusi nel Paese sudamericano: secondo l'Asti (Acid Survivors Trust International), ogni anno avvengono in Colombia circa 100 attacchi con sostanze chimiche. La maggior parte delle aggressioni ha luogo in tre grandi città: Medellin, Cali e Bogotá. I primi casi risalgono agli anni ’90, però, è a cavallo tra il 2014 e il 2015 che si registra il picco di attacchi. D'accordo con i dati diffusi dall'Istituto Nazionale di Medicina Legale e Scienze Forensi colombiano, tra il 2004 e il 2016, ci sono stati un totale di 1.151 aggressioni con agenti chimici. Per combattere il fenomeno, il 6 gennaio del 2016 è entrata in vigore la legge “Natalia”, dal nome di una delle prime donne sfigurate dall'acido. Per chi commette questo genere di violenza sono previste pene dai 20 ai 30 anni di carcere e possono anche aumentare di un terzo se l’aggressione causa la deformazione del viso della vittima. Ai danni fisici si aggiungono anche quelli psicologici: le donne sopravvissute agli assalti con l’acido riportano alti livelli di ansia e depressione con forte stress psicologico che, come asserisce González, può portarle anche al suicidio. “La vera sfida è restituire loro la capacità di sognare e, soprattutto, di sorridere. Non ricostruiamo solo i loro volti, ricostruiamo le loro vite”, conclude il chirurgo.

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