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Clochard bruciato vivo a Palermo, confessa l’assassino: “L’ho fatto per gelosia”

Giuseppe Pecoraro, 45 anni, impiegato presso una pompa di benzina della zona, ha confessato di essere l’assassino del clochard bruciato vivo a Palermo. Aveva fatto apprezzamenti alla sua donna, avevano litigato e lui si è vendicato nella notte.
A cura di Andrea Parrella
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Non ha resistito più di mezz'ora l'assassino di Marcello Cimino, il clochard bruciato vivo nella notte a Palermo. Da diverse ore le indagini avevano accertato si fosse trattato di un incendio doloso ed era dunque sulle tracce del colpevole. Si tratta di Giuseppe Pecoraro, 45 anni, impiegato presso una pompa di benzina della zona, che ha rivelato agli inquirenti: "Ero geloso, la insidiava," in riferimento alla sua donna. L'uomo si era fatto la barba, probabilmente per non essere riconosciuto, ma è stato individuato dalla polizia ed ha confessato di aver agito per gelosia. La versione di Pecoraro, stando a quanto annunciato dalla polizia, è quella di un uomo che non aveva gradito alcuni apprezzamenti che Cimino aveva indirizzato alla sua donna. C'era stato un litigio e poi Pecoraro è ritornato di notte per uccidere Cimino. Dopo l'interrogatorio Pecoraro è stato condotto in carcere, al momento è assistito dai suoi avvocati Brigida Alaimo e Carolina Varchi.

L'omicidio del clochard Marcello Cimino

Marcello Cimino, clochard di quarantacinque anni, è morto bruciato nella notte a Palermo. I vigili del fuoco sono intervenuti all'interno di una struttura di accoglienza, nel cui porticato Cimino trascorreva la notte, dove era stato segnalato un incendio, e lì hanno trovato il corpo carbonizzato del quarantacinquenne. L’allarme è stato dato poco prima dell’una di notte, quando qualcuno ha sentito le urla dell’uomo che era completamento avvolto dalle fiamme. La vittima è stata cosparsa di liquido infiammabile e data alle fiamme. Il gesto dell'assassino è stato immortalato da una telecamera: le drammatiche immagini sono state diffuse in rete. Quando sul posto sono arrivati i vigili del fuoco sul posto non c’era più niente da fare.

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