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Città della Scienza: è stato un incendio doloso, benzina sui campioni analizzati

I tamponi analizzati dalla Polizia Scientifica confermano la presenza di materiale combustibile in alcune aree che sono servite da innesco al rogo doloso.
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Incendio nella città della scienza di Napoli

Quello divampato a Città della Scienza è stato un incendio doloso: tracce di benzina sono state trovate su sei reperti in quattro diverse aree del museo interattivo di Bagnoli, Napoli, andato a fuoco lunedì della scorsa settimana. Lo si apprende dalla Procura della Repubblica del capoluogo campano. I campioni di combusto erano stati inviati per analisi alla sezione indagini di esplosivi e infiammabili del Servizio Polizia Scientifica di Roma su ordine dei pm e sottoposti a analisi di gascromatografia e spettrofotometria, necessarie a individuare la natura del materiale carbonizzato insieme alla presenza di un eventuale sostanza combustibile, cosa che è stata appurata. "Sono state riscontrate tracce di benzina su sei reperti – dice il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Colangelo – in quattro aree distinte del complesso. La circostanza confermerebbe che l'incendio è stato doloso e appiccato presumibilmente da più persone". A Città della Scienza sono andati distrutti 4 capannoni ed è stato gravemente danneggiato un quinto dei sei del sito.

Nei giorni scorsi Fanpage.it aveva anticipato che gli investigatori avevano individuato sei punti di possibile innesco delle fiamme, disposti a cerchio, quattro dei quali probabilmente attivati con della benzina e altri due, invece, con materiale di tipo chimico. L'eventualità è che gli autori dell'incendio doloso sul quale indaga anche la Direzione distrettuale antimafia di Napoli siano arrivati via mare, eludendo il servizio di sorveglianza. Non è ancora chiara qual è stata la "reazione" del sistema antiincendio, se è stato disattivato o se semplicemente non è riuscito ad arginare quello che sembra essere stato un piano messo a punto con criminale perizia e l'obiettivo dichiarato di radere al suolo la struttura. "Abbiamo un'idea, ma dovendo affidarci alla ricerca delle cause aiutando la magistratura inquirente con i nostri investigatori, mettiamo da parte le idee e tentiamo di mettere in campo i fatti" afferma il questore di Napoli Luigi Merolla secondo cui "Vanno quindi prese tutte attentamente in esame ogni qualvolta ci sono accadimenti che possono essere letti in più modi".

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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