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Cisl: in 5 anni gli italiani hanno perso 1.040 euro di reddito

Il peso del Fisco ha eroso oltre mille euro a partire dal 2007. E’ la denuncia dell Cisl, che calcola così gli effetti del cosiddetto “fiscal drag”. I lavoratori più penalizzati sono soprattutto quelli dipendenti, con stipendi tra i 29 mila e i 50 mila euro annui.
A cura di Biagio Chiariello
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2007-2012, 5 anni in cui il "fiscal drag" ha pesato come un macigno sulle buste paga degli italiani che, secondo i calcoli di uno studio della Cisl hanno perso circa 1.040 euro di stipendio. Un'analisi elaborata sulle dichiarazioni dei redditi del 2012 dei contribuenti che si sono rivolti ai Centri di Assistenza Fiscale (CAF). Una perdita che gli esperti del principale dei sindacati italiani hanno quantificato in un 5,7% della media totale. Sarebbe originata dal combinato agire di tre elementi : l'aumento dell'imposta netta per effetto della crescita della fiscalità locale (tramite l'aumento delle addizionali irpef regionali e comunali), del mancato adeguamento delle detrazioni per lavoro dipendente e per pensioni; l'insufficiente crescita del reddito reale che non riesce a compensare l'aumento dell'imposta netta; infine, come detto, l'aumento dell'imposta netta dovuto al drenaggio fiscale, appunto il "fiscal drag".

 I lavoratori dipendenti i più penalizzati– Guardando al "fiscal drag" l'indagine mostra come il mancato adeguamento dell'imposta all'inflazione durante il periodo 2007-2012 abbia determinato un minor reddito disponibile soprattutto per le classi centrali (tra 10 e 55 mila euro di reddito complessivo 2012). Lo studio evidenzia come restano poco o per nulla toccati dal fenomeno i contribuenti all'interno della "no tax area", molti dei quali con un'imposta netta pari a zero nei due scenari, "così come rimangono solo marginalmente sfiorati dal fenomeno i redditi alti e medio alti (sopra i 55 mila euro l'entità del fenomeno è relativamente contenuta; è minima per i redditi superiori a 150mila euro)". Calcolando la perdita del reddito, la Cisl, sulla base delle dichiarazioni dei redditi elaborate dal proprio Caf, sottolinea "l'esigenza di compensare in modo più che proporzionale gli aumenti dell'Iva attraverso una significativa riduzione dell'Irpef per non deprimere le già scarse propensioni al consumo che incidono negativamente sulla domanda interna e sulle prospettive della ripresa economica. L'adeguamento delle detrazioni per lavoro dipendente e pensioni – rileva il sindacato di Via Po – resta dunque fondamentale per consentire il recupero del reddito disponibile delle famiglie, soprattutto in uno scenario in cui la minore disponibilità di reddito riduce la capacità di spesa e, indirettamente, la fruibilità delle detrazioni concesse su alcune tipologie di spesa".

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