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Cinque operai morti in cisterna: tutti assolti dopo nove anni

Sono stati assolti tutti gli imputati nel processo sulla morte di quattro operai e un dirigente che a Molfetta, nel 2008, esalarono acido solfidrico mentre pulivano una cisterna.
A cura di Davide Falcioni
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Non ci sono colpevoli per la tragedia della Truck Center, l’azienda di Molfetta (Bari) dove il 3 marzo 2008 morirono 5 operai a causa delle esalazioni di acido solfidrico sviluppatesi in una cisterna per il trasporto dello zolfo liquido che stavano pulendo. La Corte di Appello di Bari ha infatti assolto "per non aver commesso il fatto", dichiarando anche la prescrizione dei reati di alcuni, i nove imputati accusati di omicidio colposo aggravato, ribaltando in questo modo le sentenza di condanna emesse in primo grado. Anche tre delle quattro ditte coinvolte nel processo sono state assolte (FS Logistica-B.U. Cargo Chemical Spa, La Cinque Biotrans Snc, Nuova Solmine Spa). Solo la responsabilità della società Truck Center Sas è stata confermata dai giudici. Revocati i risarcimenti danni alle parti civili, Regione Puglia, Comune di Molfetta e alcuni familiari degli operai morti.

In quel drammatico incidente morirono Vincenzo Altomare – titolare della Truck Center Sas – e gli operai Luigi Farinola (37 anni), Guglielmo Mangano (44), Michele Tasca (19), e l'autotrasportatore Biagio Sciancalepore, di 24 anni, i quali nel reciproco tentativo di salvarsi, furono uccisi dalle esalazioni di acido solfidrico provenienti dalla cisterna che avrebbero dovuto bonificare. L'inchiesta  sulla Truck Center di Molfetta, coordinata dalla Procura di Trani, diede avvio a diversi procedimenti penali che hanno coinvolto complessivamente oltre 20 persone fisiche e cinque società.

Il primo processo riguardava i dirigenti della Fs Logistica, proprietaria della cisterna, Alessandro Buonopane e Mario Castaldo, e Pasquale Campanile, dirigente della societa' ‘La 5 Biotrans', incaricata del trasporto della cisterna alla Truck Center. Il 26 ottobre 2009 i tre furono condannati in primo grado alla pena di 4 anni di reclusione dal Tribunale Monocratico di Trani. Un secondo processo ha visto il coinvolgimento invece di dirigenti e dipendenti della Nuova Solmine di Grosseto, società in cui la cisterna venne svuotata dello zolfo liquido caricato all'Eni di Taranto e poi ripartita vuota verso la Puglia. In primo grado, l'11 luglio 2014, il Tribunale di Trani condannò alla pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione l'amministratore delegato Ottorino Lolini, il presidente Luigi Mansi, il direttore dello stabilimento Giuliano Balestri e i dipendenti Gabriele Pazzagli e Mauro Panichi. In secondo grado i due procedimenti sono stai riuniti dando vita ad un unico processo conclusosi oggi con tutte assoluzioni e dichiarazioni di prescrizione.

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