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Cina, una nuvola di smog paralizza Harbin: “Non vediamo più il sole”

Allarme inquinamento nella Cina settentrionale, dove un’intera area metropolitana è ormai avvolta da una nebbia cronica. Un alto livello di inquinamento dell’aria da attribuire alla prima giornata di accensione dei riscaldamenti, che sono in gran parte a carbone in tutto il nordest del Paese.
A cura di Biagio Chiariello
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Nuvole di smog così spesse da non far passare neanche un raggio di sole. E' allarme inquinamento in Cina. In particolare nella città di Harbin, famosa per il Festival internazionale del ghiaccio e della neve, dove la visibilità si è ridotta a meno della metà di un campo da football. Secondo quanto informa l'agenzia Nuova Cina, l'indice delle particelle di materia (PM) inquinante nell'aria ha raggiunto il livello di mille, 24 volte superiore a quello considerato sicuro dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Per questo molti servizi sono stati sospesi: le scuole chiuse, i bus fermi, i voli in partenza dall'aeroporto internazionale locale cancellati. Anche il concerto a Pechino della jazzista americana Patti Austin è stato annullato, dopo che la cantante ha lamentato un grave attacco di asma probabilmente proprio a causa dell'inquinamento. "Da ore non riuscivo a vedere nulla al di fuori della finestra del mio appartamento. Allora ho pensato: sta nevicando forte", ha riferito un residente, ai media locali. "Poi mi sono reso conto che non era la neve, ma lo smog".  Risultato: "Da giorni ormai non vediamo la luce del sole". Secondo Nuova Cina, l'alto livello di inquinamento dell'aria è attribuito alla prima accensione dei riscaldamenti, alimentati nella stragrande maggioranza dei casi a carbone in Cina. Riscaldamenti o no, lo smog di Harbin restituisce attualità al dibattito sulle sfide ambientali del paese, dopo che il Governo ha annunciato nuove misure per contrastare l’aumento dell'inquinamento.

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