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Costretta ad abortire al nono mese di gravidanza

L’episodio in Cina, dove una donna di etnia uigura è stata costretta ad abortire quasi al termine della sua gravidanza in base a una legge che impone un limite al numero dei figli. La denuncia di Radio Free Asia: il piccolo è nato vivo, ma è morto poco dopo a causa del travaglio indotto con dei medicinali.
A cura di S. P.
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Una donna in Cina è stata costretta ad abortire quando era ormai giunta al nono mese di gravidanza. Il fatto è stato riportato da Radio Free Asia, che ha denunciato anche altri aborti nello stesso giorno che avrebbero interessato altre cinque donne. Tutte sarebbero appartenenti alla minoranza musulmana degli uiguri: sono state costrette all’aborto in base a una legge che impone un limite al numero di figli. Gli uiguri in Cina (dove recentemente è stata modificata la politica del figlio unico) possono avere tre figli se vivono in campagna e due in città ma la donna costretta ad abortire al nono mese di figli ne aveva già tre e attendeva il quarto.

La polizia ha portato la donna in ospedale per farla abortire – Alla coppia le autorità avrebbero detto di pagare una multa tra i 6.000 e i 14.000 euro, per questo marito e moglie sarebbero fuggiti dalla loro città per rifugiarsi a casa dei genitori di lui, dove però sarebbero stati trovati dalla polizia che ha prelevato la donna e l'ha portata in ospedale per farla abortire. Del piccolo si sa che sarebbe nato vivo ma che è morto poco dopo a causa del travaglio indotto prima del termine con alcuni farmaci.

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