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Ciclismo, il nude look del Team colombiano è inaccettabile

La provocazione del Team Bogotà Humana al Giro di Toscana è risultata indecente e contro ogni dignità, sia per lo sport che per le donne. L’Uci ha aperto un’indagine e deciderà i provvedimenti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ha strappato sicuramente qualche sorriso e più di una sorpresa l'ultima trovata, strettamente pubblicitaria, del Team femminile della Bogotà Humana che si è presentato all'anteprima del Giro di Toscana 2014 con una divisa per alcuni aspetti davvero imbarazzante: una tuta che apparentemente – per un effetto ottico color carne – mostra in bella evidenza le parti intime delle cicliste, in tutto e per tutto, senza veli. Né buon gusto, a detta dell'UCI, l'Unione Internazionale di Ciclismo che ha il dovere di controllare tutto e tutti e anche in questo frangente è intervenuta con una indagine volta a decidere se ciò che è stato fatto sia lecito o contro ogni giustificato motivo.

Di certo, la ‘trovata' ha avuto l'effetto sperato perchè da alcuni giorni sui social network non si fa che parlare delle cicliste ‘nude' della Bogotà Humana e le foto impazzano in uno scambio virale che ha portato notorietà al team sudamericano. Ma ha anche scatenato la rabbia e il fastidio di chi il ciclismo lo difende e lo tutela ogni giorno, di fronte alla piaga del doping, dalle accuse di essere una disciplina più di altre truccata, da facili illazioni e antichi luoghi comuni. E che non poteva rimanere estraneo a quelle divise oltraggiose. Come Brian Cookson, presidente dell'Uci che ha sotto mano il caso su cui delibererà prossimamente. Il numero uno del ciclismo internazionale senza mezzi termini ha definito la cosa "inaccettabile per qualsiasi grado di buon gusto" direttamente dal suo account twitter.

Non solo lui, ma anche alcune colleghe non hanno digerito la ‘bravata' del look senza veli. Come Nicole Cooke, oro ai Giochi di Pechino 2008, ufficialmente ritirata dalle competizioni nel gennaio 2013, a 29 anni e che ha rappresentato nella sua prestigiosa carriera la Gran Bretagna ai campionati del mondo di specialità e ai Giochi olimpici, e il Galles ai Giochi del Commonwealth. Anche l'ex ciclista è stata perentoria: "Questa storia ha trasformato il ciclismo in uno scherzo. Chiedo alle ragazze di non partecipare vestite così". Questo il contenuto del cinguettio della Cooke.

Anche Kathryn Bertine, una dei membri fondatori di Le Tour Entier, il gruppo che ha organizzato il Giro di Francia femminile ha chiesto all'Uci di intervenire sul caso: "Ho intenzionalmente non retweettato la foto della squadra colombiana. Bandire i dirigenti ma mantenere le ragazze in gara. Uci intervieni", ha scritto sul social network in segno di denuncia ad una situazione svilente sia per lo sport che per le donne.

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